
Karzai rilancia: parla di responsabilità degli organismi internazionali che hanno prodotto gravi interferenze negli affari interni afgani e fa i nomi di Peter Galbraith, numero due della missione Onu all’epoca, e Philippe Morillon, capo degli osservatori europei. Karzai si sente nell’angolo o ha approfittato del momento per rilanciare e dimostrare agli afgani (e al mondo) chi è il presidente? E’ in effetti il giorno dopo in cui, in vista delle legislative del 20 settembre, ha presentato al parlamento un decreto legge per mettere sotto il suo diretto controllo i cinque membri della Ecc. Ma la Camera bassa Wolesi Jirga (124 no e sei sì), ha bocciato la conversione del decreto legge con cui il presidente Hamid Karzai aveva deciso di porre sotto il suo diretto potere la commissione elettorale voluta dall’Onu e che limita di fatto i poteri presidenziali in materia di monitoraggio del processo elettorale. Ora il fascicolo andrà in Senato ma la bocciatura della Camera bassa di fatto lo azzoppa definitivamente oltre a essere uno schiaffo per il presidente.
Col decreto legge di fine febbraio Karzai si prendeva la possibilità di scegliere tutti i cinque componenti della Commissione sottraendone il controllo alla comunità internazionale che fino ad ora aveva invece titolo per farlo attraverso le Nazioni unite. In modo “partecipativo” infatti, i suoi padrini stranieri potevano scegliere tre dei cinque responsabili. Si è trattato di uno “schiaffo” senza precedenti al presidente insediatosi per la seconda volta (la terza contando la prima presidenza ad interim) il 19 novembre 2009 sul più alto scranno delle istituzioni afgane.
Emanuele Giordana