La tragedia si verifica questa mattina. Sono da poco passate le 12.00 e nella centrale Enel a carbone di ‘Torre valdaliga nord’ a Civitavecchia cinque operai stanno lavorando a 15 metri di altezza ad una condotta a pressione contenente acqua e ammoniaca. Improvvisamente la forte pressione spacca il tubo per il raffreddamento dell’impianto, che ha un diametro di circa 50 centimetri. Gli operai vengono quindi investiti dalla sostanza: uno di loro viene colpito in pieno da una delle valvole, da cui esce un getto di acqua e ammoniaca che lo sbatte contro un palo alle sue spalle. Il colpo è fatale. L’uomo resta ferito alla testa e muore poco dopo, nonostante i tentativi di rianimarlo da parte dei servizi di soccorso della centrale. Sul luogo del disastro sono poi intervenute cinque squadre dei Vigili del Fuoco e gli operatori del 118. Sergio Capitani, questo il nome della vittima, era dipendente della ditta appaltatrice Guerrucci, aveva 34 anni ed era originario di Tarquinia, in provincia di Viterbo. I suoi colleghi coinvolti nell’incidente sono rimasti intossicati dalle esalazioni dell’ammoniaca e sono stati ricoverati all’ospedale di Civitavecchia per accertamenti. Il gruppo elettrico italiano ha comunicato la costituzione immediata di un comitato di crisi e l’avvio di un’indiagine interna per chiarire le dinamiche di quanto accaduto. Sul posto si sono recati i responsabili della Direzione produzione, generazione e safety di Enel. Capitani è il terzo operaio che perde la vita in un incidente all’interno di questa struttura. Ad ottobre del 2007 il metalmeccanico Michele Cozzolino, 35enne di Civitavecchia, viene colpito da un tubo caduto da uno dei ponteggi e muore sul colpo. Il secondo incidente mortale si verifica a giugno dell’anno seguente, quando Ivan Ciffory, metalmeccanico slovacco di 24 anni, perde la vita in seguito alla caduta da oltre 20 metri da uno dei nastri trasportatori del carbone.
Tatiana Della Carità