Erano le ambasciate di Iran e Egitto e una residenza di pertinenza dell’ambasciata tedesca a Baghdad gli obiettivi dei tre attentati suicidi compiuti stamani nella capitale irachena. Lo ha riferito il portavoce del comando militare di Baghdad, Qassem Atta. In giornata il ministero degli Esteri spagnolo ha poi, annunciato che anche la sua ambasciata a Baghdad ha riportato danni in seguito ad uno dei tre attacchi terroristici condotti oggi in città contro sedi diplomatiche straniere.
Un vero e proprio bagno di sangue quello che si è consumato oggi a Baghdad. Finora è di oltre 30 morti e almeno 220 feriti il bilancio ancora provvisorio provocato da questa nuova serie di attentati terroristici. Nessun diplomatico è rimasto ucciso. Le vittime sono soprattutto iracheni, che lavoravano come addetti alla sicurezza nelle varie ambasciate e civili. Gli attentatori a bordo di 2 auto e un camion imbottiti di esplosivo non sono riusciti a raggiungere il cuore dei loro obiettivi e si sono fatti esplodere, come sempre accade, in mezzo alla gente. Le esplosioni sono avvenute quasi in simultanea. Una di forte intensità è avvenuta davanti all’ambasciata iraniana nel quartiere di Salhiyeh. Preceduta alcuni minuti prima da altre due deflagrazioni, meno intense, avvenute nel quartiere occidentale Mansour, della città. Una delle due esplosioni è avvenuta nei pressi dell’ambasciata egiziana e l’altra davanti ad una residenza di pertinenza dell’ambasciata tedesca. Una quarta autobomba è stata invece, individuata e disinnescata dalla polizia nel quartiere di Masbah.

Secondo un portavoce del comando militare di Baghdad, il suo obiettivo era il quartier generale delle forze di sicurezza irachene a cui è affidata proprio la protezione delle ambasciate straniere nella capitale irachena. Gli attentati di oggi giungono a due giorni dall’uccisione di 24 miliziani sunniti nel villaggio Hor Rajab alle porte della capitale. Una vera e propria esecuzione compiuta da un commando di qaedista che indossava uniformi dell’esercito americano. Un episodio questo, che ha fatto innalzare il livello di preoccupazione per una possibile ripresa nel Paese dei conflitti confessionali come quelli scoppiati nel 2006 e nel 2007. Inoltre i tre attacchi terroristici di oggi giungono proprio nel momento in cui sono forti i timori che i ribelli islamici possano trarre vantaggio dall’attuale instabilità politica dell’Iraq e destabilizzare ulteriormente il Paese mediorientale a meno di un mese dallo svolgimento delle elezioni parlamentari. Elezioni che non hanno espresso un reale vincitore anche se formalmente risultano vinte dall’ex primo ministro Ayad Allawi, ma sono contestate dal premier uscente Nouri al Maliki.
Pertanto è in corso un dibattito politico nel Paese con trattative che tendono a condurre alla formazione del nuovo governo. Tutti temono che questo confronto politico possa sfociare in violenze e complicare gli sforzi americani per accelerare nei prossimi mesi il ritiro delle loro truppe dall’Iraq. Quasi a conferma il ministro degli esteri iracheno, Hoshyar Zebari ha affermato che: “C’è la mano di al Qaeda dietro agli attentati contro ambasciate iraniane, arabe e europee che hanno sconvolto oggi Baghdad”.
Pertanto è in corso un dibattito politico nel Paese con trattative che tendono a condurre alla formazione del nuovo governo. Tutti temono che questo confronto politico possa sfociare in violenze e complicare gli sforzi americani per accelerare nei prossimi mesi il ritiro delle loro truppe dall’Iraq. Quasi a conferma il ministro degli esteri iracheno, Hoshyar Zebari ha affermato che: “C’è la mano di al Qaeda dietro agli attentati contro ambasciate iraniane, arabe e europee che hanno sconvolto oggi Baghdad”.
Nel frattempo il governo spagnolo ha condannato gli attentati e ha espresso le sue condoglianze alle vittime e al popolo e al governo dell’Iraq. Una condanna che ha fatto sua anche il governo francese l’ha fatto per bocca del suo ministro degli Esteri, Bernard Kouchner che ha affermato: “Condanno con il massimo vigore queste azioni terroristiche, che sono anche atti di barbarie, i cui autori devono essere perseguiti e tradotti di fronte alla giustizia per rispondere delle loro azioni”.
Ferdinando Pelliccia