Prato: Una personale targata Paolo Canevari

Il percorso è ancora tutto in salita per uno dei maggiori rappresentanti dell’arte italiana contemporanea, entrato a fare parte della collezione permanente del MoMA con il video “Bouncing Skull,” presentato alla 52° Biennale di Venezia (2007). Paolo Canevari torna di scena al Centro per l’Arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, con una grande mostra personale, intitolata “Nobody knows”, a cura del critico Germano Celant. L’esposizione che ripercorre le opere più significative della sua attività poliedrica, che spazia dal disegno al video, dall’installazione alla performance, propone anche lavori inediti, realizzati appositamente per l’evento. Il tema della mostra ruota attorno alla nuova serie dei “Globes”, globi, realizzati con gomma di pneumatico su scheletro in legno, sparsi nello spazio del museo, rievocando la forma di costellazioni. Il globo nero su cui appare la silhouette di un essere umano. Un Canevari che non smentisce la sua vena critica e che veglia sulle incoerenze della nostra società, interrogandosi e interrogando lo spettatore su tematiche attuali come le guerre, le ingiustizie sociali e i simboli del potere. Ma in questa serie dei “globes”, l’artista si dichiara in una visione romantica, nella quale rimanda “alla natura originale dell’arte come luogo di riflessione sulla realtà e sui destini del mondo”: l’espressione di un futuro incerto che “nessuno conosce” al quale l’artista, nel dubbio presente, risponde “nessuno sa”. Da qui il duplice significato del titolo della mostra: Nobody Knows.
Un’arte impegnata espressa, fina dagli esordi, negli anni Novanta, attraverso le regole dello spiazzamento e dello spostamento semantico, da manuale di “contrepet” (figura retorica per cui in un’espressione si sostituisce alcune lettere di una parola, andando a cambiare il senso stesso del detto): come l’accostamento inconsueto di una pistola alla bibbia nell’opera “Holy Bible”, oppure “Jesus” del 1999, una scultura lignea del XVIII secolo con un pneumatico che grava sulle spalle del figlio di Dio, fino alla recente opera “Little Boy”, una grande bomba ricoperta di specchi a imitazione delle discoball da discoteca. Il codice di Canevari si muove sia sul piano del significato, attraverso immagini semplici e popolari, accessibili a tutti, che della tecnica stessa: non solo l’immagine ma anche il materiale impiegato diventano vettori simbolici. L’utilizzo del pneumatico e della ruota, emblema del progresso umano ma anche della decadenza della nostra società oppure l’immagine di alcuni animali, intesi come simboli del potere e dell’aggressione. Canevari utilizza icone religiose ma anche simboli del capitalismo che fanno parte, ormai, del nostro bagaglio collettivo e, attraverso gli anni, dimostra una coerenza estetica e una continuità nel tempo di un proprio pensiero, in linea con la cultura critica della pop italiana degli anni Sessanta. In mostra, le prime sculture in camera d’aria (Elmi, 1990), la “Lupa Roma” (1993) e i “Colossei” del 2000. E ancora: le installazioni “Esodo” (1998), una folla di uomini ritagliati nella gomma delle camera d’aria, “Jesus” (1999), “Little Boy”. Saranno presentati alcuni video, dai film di animazione prodotti per Blobcartoon – RAI 3 nei primi anni Novanta a “Bouncing Skull”  e il video inedito “US” (2009). Tra le novità, la serie di disegni su marmo nero in cui sono rappresentati gli animali, alcune installazioni presentate per la prima volta, come “Hanging Around”, la grande forca da cui pende un pneumatico che diventa altalena.

Carlotta Degl’Innocenti

 Paolo Canevari – Nobody knows
21 marzo – 1° agosto 2010
Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci
Viale della Repubblica 277 – Prato
Tel. +39 0574 5317
Sito internet:  centropecci