Tra 15 anni, secondo i nuovi piani della NASA, vedremo i primi uomini mettere piede su un asteroide. Esatto: non più Luna, ma una roccia irregolare pressochè priva di gravità, ma che rappresenta una sfida ben più grossa che tornare sul nostro satellite naturale. “E’ davvero la cosa più difficile che possiamo fare” sostiene Charles Bolden, amministratore della NASA. Il viaggio infatti sarà lungo, ben più lungo di quello per andare sulla Luna, e presenterà molti più pericoli.
Andare su un asteroide inoltre rappresenterà una prova ed un addestramento utilissimi per la futura missione per Marte, prevista entro 30 anni (lo dissero anche 15 anni fa però…).
Questo è ciò che è stato detto da Obama durante la sua visita al Kennedy Space Center di giovedì per mostrare in nuovi obiettivi dell’agenzia spaziale americana.
“Per il 2025, vogliamo una nuova astronave progettata per lunghi viaggi, che ci consenta di iniziare la prima missione di sempre oltre la Luna, verso lo spazio profondo. Partiremo inviando astronauti su un asteroide, per la prima volta della storia”.
Il piano suona molto da film “Armageddon”, ma in effetti potrebbe potenzialmente metterci in grado di difenderci da bolidi cosmici come asteroidi o comete, la cui distruzione non può essere semplicemente effettuata lanciando una testata nucleare contro l’oggetto.
Ad oggi infatti sono stati mappati oltre 7000 “near-Earth objects”, oggetti che hanno la spiacevole abitudine di passare nei pressi della Terra dalle dimensioni superiori al metro. Tra questi, più di 1000 sono considerati asteroidi potenzialmente pericolosi, con parte di essi che raggiungono le dimensioni di qualche centinaio di metri di lunghezza. E’ terrificante anche solo immaginare l’ impatto che potrebbero avere su una metropoli o un Paese intero.
Atterrare su un asteroide quindi ci renderebbe in grado di prevenire qualsiasi evento cosmico distruttivo indesiderato. Peccato che siano stati tagliati i fondi per la mappatura completa degli oggetti near-Earth, che renderebbe più veloce e sicura l’individuazione di potenziali minacce per la Terra.
L’asteroide per questa nuova missione non è ancora stato scelto, ma ci sono una trentina di candidati, la maggior parte dei quali passano a circa 8 milioni di km di distanza dalla Terra, bene o male 20 volte la distanza che ci separa dalla Luna.
Le dimensioni di molti questi oggetti sono pari o inferiori a circa 400 metri di diametro.
Andare su uno di questi asteroidi rappresenta una sfida tecnologica ed un’impresa preparatoria per la futura missione su Marte. Occorrerà sperimentare nuovi sistemi di propulsione, nuovi metodi di aggancio ad un oggetto di scarsa massa e che si muove in maniera irregolare; serviranno nuovi moduli abitabili adatti ad ospitare l’essere umano per mesi interi, nuovi schermi per le radiazioni cosmiche, e nuove procedure di sicurezza per riportare a casa gli astronauti.
“Se gli esseri umani non possono farcela con oggetti near-Earth, non possono farcela per Marte” afferma Ed Crawley, professore di astronautica all’ MIT.