Decapitata al Qaeda in Iraq. Uccisi i suoi massimi leader: Abu Ayyub al Masri, considerato e Abu Omar al-Baghdadi, leader dello ‘Stato islamico dell’Iraq’ il braccio armato iracheno di al Qaeda. I due sono rimasti uccisi lo scorso sabato nel corso di un’operazione militare condotta da forze irachene supportate da militari statunitensi a Thar-Thar ad ovest di Bagdad. I terroristi si nascondevano in una casa della zona di Batharthar, nella provincia sunnita di al-Anbar. La notizia è stata resa pubblica oggi dal premier iracheno uscente, Nuri Al Maliki che ha mostrato anche le foto dei volti di due uomini senza vita. “L’operazione condotta contro la casa che ospitava i leader di al Qaeda, ha spiegato al-Maliki, è stata condotta su segnalazione dei servizi segreti iracheni che hanno individuato il covo”. Il premier iracheno ha aggiunto che: “reparti dell’esercito provenienti da diverse zone del Paese sono giunti sul posto per questa operazione. Abbiamo attaccato la casa che ospitava i terroristi via terra e via aria con il lancio di alcuni missili”. Al-Maliki ha inoltre spiegato che sono stati arrestati anche altri esponenti di spicco del gruppo terroristico di Osama Bin Laden e sequestrato materiale cartaceo e video realizzato dal gruppo terroristico. La notizia è stata poi, confermata da fonti militari americane. “La morte dei due terroristi può essere devastante per al Qaeda in Iraq”, si legge nella nota del comando militare USA. Anche la Tv irachena ne ha dato notizia mostrando le immagini dei cadaveri dei due terroristi uccisi.
Abu Ayyub al-Masri, la cui identità è stata già confermata tramite il test del Dna, era il successore di al Zarqawi e Abu Omar al-Baghdadi, alla guida di al Qaeda in Iraq. Oltre ai due leader sono stati uccisi anche un assistente di al-Masri’s e un figlio di Baghdadi. Mentre altri 16 ribelli sono stati catturati. Non è la prima volta che il governo iracheno diffonde la notizia della morte o dell’arresto dei due leader ribelli. Questa volta però, ci sono tutti gli elementi per far cantare una volta e per sempre vittoria alle autorità irachene e lo stesso premier uscente. Per al Maliki tutto questo potrebbe ritornargli utile nelle intense e delicate trattative che sta conducendo da settimane per ottenere la riconferma del suo mandato alla guida del governo. La notizia della brillante operazione militare conclusasi con successo è infatti, giunta nel momento in cui nel Paese restano alte le tensioni dopo le elezioni parlamentari dello scorso 7 marzo. Il cui risultato resta ancora sospeso. Questo perchè sebbene esse abbiano decretato l’affermazione, anche se di misura, del ‘blocco laico’ guidato dall’ex premier Ayad Allawi, incombono le tante denunce presentate dall’opposizione per presunti brogli e irregolarità. Denunce che proprio oggi, accogliendo di fatto la richiesta formulata dallo stesso al Maliki, leader della ‘Coalizione per lo Stato di Diritto’, formazione a maggioranza sciita, la commissione elettorale indipendente irachena, Ihec, ha ordinato il riconteggio dei voti a Baghdad. Un’operazione che potrebbe alterare il risultato finale delle elezioni in quanto la nuova conta, che sarà effettuata manualmente, riguarda circa 2,5 milioni di voti. Il voto dell’elettorato della capitale assegna 67 seggi dei 325 del nuovo Parlamento iracheno. Dallo spoglio delle schede votate ad al Maliki in totale, sono andati 89 seggi mentre ad Allawi sono stati assegnati 91. Il riconteggio ora mette tutto in discussione e potrebbe spostare l’ago della bilancia a favore del premier uscente.
Ferdinando Pelliccia