All’ alba di stamane una settantina di persone sono state arrestate dagli agenti della Squadra Mobile di Caserta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che sono riusciti momentaneamente a spezzare un sodalizio tra il clan siciliano di Santapaola e la camorra casalese. Complessivamente sono stati arrestati una ventina di presunti affiliati ai Casalesi, gruppo capeggiato da Francesco Schiavone detto Sandokan, una dozzina di appartenenti ai clan Licciardi e Mallardo di Napoli, entrati in contrasto con i Casalesi e una mezza dozzina di esponenti del clan Santapaola, tra cui il reggente, cognato del boss, Giuseppe Ercolano. I capi delle organizzazioni camorristiche e mafiose si riunivano nella sede di un’azienda di trasporti del Casertano per decidere le strategie e le alleanze e, nel corso delle operazioni, è stato sequestrato anche un vero e proprio arsenale di guerra proveniente dalla Bosnia.
Ma tra i vari arresti eccelle quello di Paolo Schiavone, nipote dello storico boss casalese Sandokan, attualmente in carcere. Il rampollo ventisettenne era in viaggio di nozze a bordo di una nave Msc e stava per tornare da una crociera nel Mediterraneo. Gli agenti lo hanno bloccato nel porto di Napoli e, secondo gli inquirenti, è lui ad avere preso le redini in mano della holding criminale, continuando così le veci del padre ergastolano.
La ‘cupola’ operava nel settore ortofrutticolo e imponeva alle ditte del Centrosud un’ unica ditta di trasporti, con sede a Catania e gestita da Ercolano, con conseguente lievitazione dei prezzi dei prodotti agricoli. Un sodalizio non inusuale, dato che già in passato sono stati accertati intrecci mafiosi-camorristici ed è ormai noto che il clan dei Casalesi ha sempre avuto un rapporto privilegiato con la criminalità organizzata siciliana. ‘‘La rilevanza dell’operazione si ravvisa nell’alleanza che nel tempo si è prodotta tra mafia, camorra e ‘ndrangheta per poter monopolizzare l’attività nel settore dell’ortofrutta” – ha sottolineato il generale Antonio Girone, direttore della Dia. “Un’organizzazione che controllava tutte la fasi “cominciando dall’imposizione a livello locale dei prezzi locali fino al trasporto e alla distribuzione.Un sistema – ha spiegato – di questo tipo si riflette sui cittadini i quali trovano prezzi maggiorati, talvolta venti volte il prezzo originario con danni per gli utenti e in generale per l’economia”.
Luigi Ciamburro