Thailandia, l’ esercito spara sulla folla. Assedio alle ‘camicie rosse’

Anche oggi scontri tra i militari thailandesi e le ‘camice rosse’. Assomiglia sempre di più ad una carneficina quello che sta avvenendo, in meno di 24 ore, nella capitale thailandese Bangkok. Anche oggi si registrano altre vittime tra i manifestanti. E’ di almeno 10 morti, tutti civili, e 110 feriti, di cui numerosi gravi, il sanguinoso bilancio dei nuovi scontri scoppiati oggi nella capitale thailandese. A diffondere i dati le autorità ospedaliere. Sale così a 40 morti e a circa 1100 feriti il bilancio complessivo delle vittime di questa crisi politico-istituzionale scoppiata nel Paese asiatico dallo scorso 12 marzo. Fatto questo, che non lascia presagire nulla di buono per i prossimi giorni. Anche perchè con l’aumentare delle vittime lo spazio per trattare si restringe sempre di più. Sangue chiama sangue. I militari stanno avanzando con l’ordine di riprendere il controllo del quartiere commerciale della capitale, occupato ormai da due mesi dai manifestanti antigovernativi.

Oggi è accaduto di tutto. I militari thailandesi hanno sparato proiettili veri e lanciato candelotti di gas lacrimogeni contro i manifestanti. Scontri si sono registrati un po’ ovunque nella capitale. Anche nei pressi delle ambasciate di Giappone e Stati Uniti i sostenitori dell’ex premier, ora in esilio, Thaksin Shinawatra si sono scontrati con i militari. I manifestanti hanno bruciato un bus della polizia, mentre l’esercito ha aperto il fuoco sparando ad altezza uomo. Nella capitale thailandese, ormai sprofondata in un spirale di violenza senza fine, i manifestanti del Fonte unito per la democrazia contro la dittatura, Udd, cercano ancora di resistere e chiedono al premier Abhisit Vejjajiva di indire nuove elezioni. L’area, che dal 3 aprile presidiano è ormai, stata completamente isolata dall’esercito e privata di energia elettrica e acqua. Oggi sono stati feriti anche tre giornalisti. Colpiti mentre seguivano gli avvenimenti. Si tratta di un fotografo del quotidiano thailandese ‘Matichon’, di Nelson Rand, cameraman canadese dell’emittente France 24 e un altro cameraman della televisione via cavo thailandese Voice-TV, emittente vicina ai manifestanti. Tutti sono stati colpiti da pallottole di fucili d’assalto M16 in dotazione ai militari. Il più grave dei tre è Rand. Il giornalista è stato colpito da tre proiettili. Uno gli ha colpito l’arteria femorale e gli altri due: il ventre e l’avambraccio. Rand trasportato in ospedale è stato sottoposto ad un intervento chirurgico durato diverse ore ed ora si trova in rianimazione. Gli altri due sono rimasti feriti ad una gamba.“Le operazioni dell’esercito in corso oggi nel centro di Bangkok contro i manifestanti antigovernativi mirano a spingere i leader delle ‘camicie rosse’ a negoziare”, con queste parole il ministro della Difesa thailandese, il generale Prawit Wongsuwon ha spiegato l’offensiva anti manifestanti in corso a Bangkok. “Dobbiamo intensificare la pressione, altrimenti non saremo più in grado di applicare la legge”, ha spiegato ancora il ministro. Proprio stamani dal suo esilio Shinawatra aveva chiesto al governo di revocare lo stato di emergenza e tornare ai negoziati. Parole restate inascoltate.

Nel frattempo dopo Usa e Gran Bretagna anche il Canada ha annunciato oggi la chiusura temporanea della propria ambasciata a Bangkok per motivi di sicurezza. Mentree il ministero degli Esteri italiano ha fatto sapere che non chiuderà l’ambasciata italiana a Bangkok. Però ha comunque avvertito i turisti italiani di evitare viaggi nella capitale thailandese. In città intanto, la situazione rimane estremamente tesa e non si escludono nuovi scontri anche nella notte.

Ferdinando Pelliccia