Turchia e Brasile spingono una soluzione diplomatica, gli Usa rispondono con un nuovo appello alle sanzioni
Il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs “prende atto degli sforzi fatti da Turchia e il Brasile” per negoziare un compromesso con l’ Iran, sul nodo del nucleare. Ma Washington continua a non fidarsi di Teheran, che da anni ormai gioca al gatto con il topo con l’ Agenzia Atomica delle Nazioni Unite e che non ha finora mostrato alcuna intenzione di obbedire agli obblighi nei confronti della comunità internazionale. Morale: Washington esprime “forte preoccupazione”.
La posizione americana è affidata a un comunicato diffuso dal portavoce del presidente Barack Obama. Anche se Gibbs parla dell’ ipotesi di un trasferimento dell’ uranio arricchito fuori dall’ Iran come di un “passo potenzialmente positivo”, il suo messaggio resta comunque di sostanziale scetticismo sull’ iniziativa diplomatica di Turchia e Brasile, che si oppongono in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a un nuovo round di sanzioni contro l’ Iran.
Le ombre sono più numerose delle luci. Anche se la parola di Teheran fosse rispettata, “occorre dimostrare con i fatti e non con le parole la volontà di rispettare gli obblighi nei confronti della comunità internazionale”. Tra i segnali preoccupanti, per Washington, c’ è la volontà iraniana di continuare con il programma di arricchimento dell’uranio. La dichiarazione, siglata a Teheran, è in sintesi “troppo vaga sulle reali intenzioni dell’Iran di accogliere le richieste del 5+1” e, a meno di svolte impreviste, gli Stati Uniti continuano sulla loro strada nel chiedere che Teheran paghi le conseguenze “con nuove sanzioni” delle Nazioni Unite.
Washington continuerà a lavorare con gli alleati europei “per far sì che il governo iraniano dimostri con i fatti e non con le parole, la volontà di rispettare gli obblighi nei confronti della comunità internazionale o altrimenti pagarne le conseguenze, con nuove sanzioni”.
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