Thailandia, la repressione dopo la sconfitta delle camicie rosse

Un mandato d’arresto per terrorismo è stato emesso in Thailandia nei confronti dell’ex premier deposto Thaksin Shinawatra. Un cittadino australiano, David Purcell e uno britannico, Jeff Savage, che avevano avuto un ruolo attivo nelle proteste delle camicie rosse sono stati arrestati dalle autorità thailandesi. Il ministero thailandese degli Interni ha rimosso i governatori di Khon Kaen, Udon Thani, Mukdaharn, e Ubon Ratchathani. Si tratta di quattro provincie del nord est. Per tutti l’accusa è di non aver impedito ai manifestanti delle camicie rosse di incendiare le sedi del loro governo. In Thailandia il coprifuoco è stato prolungato fino a sabato 29 maggio. Sono queste le ultime ‘novità’ che giungono dalla Thailandia. Dopo che ieri i 159 deputati del partito filo-Thaksin, ‘Pheua Thai’ hanno presentato ieri una richiesta di impeachment contro il premier Vejjajiva e tre altri membri del governo.

Il Paese asiatico dove la scorsa settimana le autorità hanno messo fine, dopo circa due mesi, a proteste anti governative. Al costo di 88 morti e quasi 1.900 feriti. Per lo più tutti manifestanti. Altro che riconciliazione nazionale il governo di Bangkok sta mettendo in atto una vera e propria repressione e epurazione nei confronti sia degli oppositori sia di quei funzionari pubblici che non si sono mostrati ‘idonei’ al ruolo che ricoprivano. L’ex primo ministro thailandese Shinawatra, ora in auto esilio, ha definito inaspettato il mandato di arresto emesso dal Dipartimento delle indagini speciali, Dsi, e approvato oggi dalla Corte speciale di Bangkok contro di lui per terrorismo. L’ex leader è considerato il ‘mandante’ e il principale finanziatore delle camicie rosse. Quelle camicie rosse che hanno cominciato a manifestare a Bangkok lo scorso 12 marzo chiedendo le dimissioni del governo e nuove elezioni. Manifestazioni poi, sfociate in violenti disordini e scontri con le forze di sicurezza nelle ultime settimane. “Sono motivazioni politiche le vere cause che hanno portato un tribunale thailandese a emanare un mandato d’arresto nei miei confronti”, ha affermato l’ex premier thailandese aggiungendo che: “Il mandato d’arresto nei miei confronti non è giusto. Sono pronto a provare che non sono un terrorista e che le accuse sono politicizzate”. L’ex premier, che è stato già condannato in contumacia a due anni di carcere per corruzione e conflitto di interessi, ha anche sottolineato che gli sforzi per ‘oscurarlo’ sono in corso fin dal giorno del colpo di Stato militare che lo ha spodestato nel settembre 2006. Effettivamente l’ex premier lo scorso aprile aveva affermato di essere in contatto con esponenti dell’opposizione in Thailandia ed aveva esortato i suoi sostenitori a combattere per la democrazia e la giustizia. Però è anche vero che i suoi sostenitori nel 2007, con il partito ‘Pheua Thai’, hanno vinto le elezioni, ma, uno dopo l’altro, due premier sono stati destituiti dalla Corte Costituzionale, il primo per aver condotto show di cucina in Tv, il secondo per frode elettorale. Dopodiché nel dicembre 2008 è stato eletto premier Abhisit Vejjajiva con il sostegno dei militari, da allora è iniziato la ‘persecuzione’ dell’ex premier. Prima le autorità thailandesi gli hanno revocato il passaporto, anche quello diplomatico poi, gli hanno congelato i beni e successivamente confiscati. Diversi Paesi, tra cui il Nicaragua e il Montenegro, però, hanno concesso ospitalità, protezione e nuovi documenti a Shinawatra. Tanto è vero che finora ogni richiesta richieste di estradizione promossa dalla Thailandia non hanno avuto seguito. Per il premier Abhisit le accuse di terrorismo dovrebbero facilitare il raggiungimento di questo obiettivo. Sembra però, che in questi giorni l’ex premier thailandese si trovi in Montenegro. Nella repubblica Balcanica Shinawatra sta trascorrendo un periodo di vacanza con la famiglia ospitato in una lussuosa villa a Milocer, sul Mare Adriatico. La legge montenegrina non prevede l’estradizione dei suoi cittadini, rendendo il Paese un rifugio sicuro per Shinawatra che lo è diventato da pochi mesi.

Ferdinando Pelliccia