Napoli, scempio ambientale nei pressi della tomba di Agrippina

Un paradiso terrestre declassato sino a trasformarsi nella peggiore delle bolge dantesche: Marina Grande marcisce in un degrado senza precedenti. Continua, nonostante i numerosi sos lanciati dalla cittadinanza e dalla stampa locale, lo stato di abbandono in cui, oramai da troppo tempo a questa parte, verte l’area riconosciuta anche con l’appellativo di “Giù Bacoli”. Una zona che, forse meglio di qualunque altra, racchiude appieno il palese periodo di difficoltà vissuto da una città la quale, a causa di una costante mancanza di programmazione e di manutenzione straordinaria ed ordinaria, resta imbrigliata in un tunnel privo di una vera luce di speranza.

Difatti, ad un’analisi attenta dei luoghi, basta percorrere i pochi metri che dividono la maestosa Tomba d’Agrippina al piccolo lembo di spiaggia posto presso il costone Ovest del litorale per comprendere quanto ci sia da rammaricarsi per una località la quale, anziché caratterizzarsi per l’arrivo di ingenti quantità di turisti, si deve costantemente confrontare con criticità tutt’oggi irrisolte. Chiusa al pubblico da anni la struttura ove, erroneamente, si pensava avesse soggiornato, prima di trovare un’orrenda morte, la celeberrima Agrippina, madre dell’imperatore Nerone; inutilizzabile il molo, voluto fortemente dall’ex amministrazione locale e portato a termine nell’aprile dell’anno passato (con un ritardo maggiore ai dodici mesi) attraverso i fondi della comunità europea, presso il quale si era preventivato l’attracco di una grossa quantità di traghetti. Battelli che erano di certo una parte integrante del progetto “Metrò del mare”, servizio offerto alla popolazione ed ai turisti ( e finanziato dalla Comunità Europea e inserito tra gli “Approdi di Ulisse”) il quale non è mai riuscito a spiccare il volo, nonostante siano state istituite delle navette pubbliche ed ecologiche, dirette proprio verso il “porto” di Marina Grande. Una situazione paradossale a cui si va ad aggiungere sia il pietoso stato in cui si ritrova ciò che resta della spiaggia del borgo, ricca di materiali di risulta, tra cui i resti dei cantieri presenti al tempo dei lavori, sotterrati tra i granelli della poca sabbia ancora esistente, che l’incredibile tanfo proveniente dalle acque costeggianti gran parte dell’area.

“ Da Aprile le condotte fognarie presenti lungo il litorale scaricano direttamente in mare – denuncia uno sconsolato residente della zona più volte recatesi dinanzi agli uffici competenti per segnalare la gravosa questione – purtroppo in seguito alle ultime operazioni di riqualificazione, il flusso delle correnti è cambiato, causando seri danni alla popolazione”. In effetti, proprio a pochi passi da una serie di dimore, è possibile vedere l’effetto generato dalle recenti mareggiate. Le onde, nel corso dei maltempi, hanno eroso un grosso masso di cemento sotto il quale sono allocate varie condutture fognarie. Tubi dal grosso diametro i quali trasportano le acque reflue dirette verso le pompe di sollevamento stanti in zona, e che indubbiamente risultano essere ricche di falle e perdite causa di un inquinamento marino evidente ad occhio nudo. Una fuoriuscita di acque nere che si palesa attraverso la presenza in mare di grosse chiazze di schiuma bianca e di macchie oleose generatrici di una situazione imbarazzante per un litorale ove il mare è da sempre stato considerato balneabile dalle periodiche analisi dell’Arpa Campania.

“Non riusciamo a convivere con tale puzza giornaliera. Come è mai possibile che l’acqua abbia questo colore grigiastro? Abbiamo contattato l’Ufficio tecnico di Bacoli – continua il residente – ed anche la Capitaneria di porto denunciando questo grave disastro ambientale, ma nulla si muove. I tombini sono ricoperti da asfalto, cemento e spazzatura. E questo dovrebbe essere il nostro biglietto da visita da lasciare ai visitatori?”. Scempi di varia natura ai quali, per chiudere, si affianca il cedimento (avvenuto quest’inverno) di un terrazzino venuto giù dopo che l’ennesima mareggiata aveva nuovamente minacciato l’incolumità delle abitazioni ivi presenti. Pericolo imminente il quale addirittura spinse le autorità competenti giunte in zona ad imporre lo sfratto, per motivi di sicurezza, di alcune abitazioni poste proprio al di sopra delle sovracitate condutture fognarie. Un panorama desolante che ha spinto le associazioni locali a promuovere in loco la XII edizione di “Spiagge e Fondali Pulite”, al fine di sensibilizzare e sottolineare le criticità del luogo.

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