Afghanistan, Italia ancora nel mirino dei talebani

Ieri è stato rinvenuto un ordigno lungo la ‘Ring road’, la principale via di collegamento di tutto l’Afghanistan, nel distretto di Shindand ovest dell’Afghanistan, dove sono schierati i militari italiani. L’ordigno era uno ‘Ied’, ordigno esplosivo improvvisato, che tante vittime sta mietendo tra i militari della forza internazionale in Afghanistan. La rudimentale Bomba è stata disinnescata questa mattina. Gli artificieri hanno riscontrato che era composto da circa 50 kg di esplosivo. La quantità necessaria per mandare in pezzi un blindato ‘Lince’. Ormai questo i Talebani l’hanno imparato a spese dei militati italiani.

Negli ultimi due mesi questo è il terzo ordigno scoperto e neutralizzato nella zona di Shindand. A scoprirlo sono stati alcuni bambini afghani mentre giocavano lungo i bordi della strada. Appena hanno notato qualcosa di sospetto in un canale per far correre l’acqua che passa sotto la Ring road sono corsi ad avvertire un anziano del villaggio che a sua volta a allertato la polizia afghana. Quest’ultima ha lanciato l’allarme al 32esimo Reggimento Genio alpini della Taurinense, che dopo un sopralluogo, ha verificato che si trattava di uno ‘Ied’ piazzato sotto la strada. L’episodio è accaduto ad appena 5 chilometri dell’aeroporto di Shindand, dove è insediata una delle basi italiane. Sono circa 450 i militari italiani dispiegati in questa area. Quella sferrata negli ultimi due mesi contro i soldati italiani, da parte dei ribelli afghani, sembra una vera e propria offensiva militare. I dati parlano chiaro. Tra attacchi subiti e ordigni ritrovati, almeno 50 pronti ad esplodere, appare chiaro che i Talebani siano sempre pronti a fare la festa ai militari italiani. Gli alpini del generale Claudio Berto sono arrivati nel Paese il 20 aprile scorso. Appena arrivati li ha accolti un ‘comitato di benvenuto’ che per festeggiarli ha sparato almeno 20 razzi contro la loro base. Dopodiché, in circa due mesi i militari italiani hanno subito ben 40 attacchi, e un grave attentato esplosivo costato la vita, il 17 maggio scorso, a Massimiliano Ramadù e Luigi Pascazio.

Gli alpini della Turinense non si sono persi d’animo e sono riusciti a creare una bolla di sicurezza intorno alla loro base e puntano ad allargarlo sempre di più, creando soprattutto le condizioni affinchè vengano ripristinate le vie di comunicazione. Quelle vie che passano anche attraverso la ring road che è impraticabile per circa 60 chilometri nel distretto di Bala Murghab controllato dagli italiani. Il cantiere è stato insediato, i soldi ci sono, ma i lavori non sono mai iniziati. Ad impedirne lo svolgimento, gli insorti e i trafficanti di droga che hanno tutto l’interesse a mantenere le comunicazioni per via terra interrotte. Nel frattempo i talebani sono corsi anche ai ripari per quanto riguarda il disinnesco dei loro ordigni. Nei giorni scorsi il tabloid britannico ‘Sun’ ha rivelato che i ribelli afghani da un po’ di tempo stanno nascondendo accanto agli ordigni delle siringhe infette, usate dagli eroinomani afghani. Sono per lo più siringhe infettate con il virus dell’Hiv o dell’epatite. Gli artificieri sono stati dotati di guanti in kevlar per proteggersi dalla nuova minaccia. Sempre dalla Gran Bretagna arriva un rapporto secondo cui i servizi segreti pachistani, Isi, finanziano, addestrano e proteggono i talebani afghani. Ad affermarlo è stato in un rapporto la ‘London School of Economics’ secondo cui agenti dell’Isi parteciperebbero addirittura agli incontri del consiglio supremo dei talebani. I militari e l’intelligence pachistana hanno negato le accuse definendole spazzatura e parte di una campagna di diffamazione contro le istituzioni militari e di sicurezza del Paese. Nel frattempo la guerra in Afghanistan ha sorpassato quella del Vietnam. Dal 7 ottobre 2001 quando iniziò la guerra in Afghanistan, sono infatti passati 104 mesi. La guerra del Vietnam è durata invece, 103 mesi, dall’agosto 1964 al marzo 1973. Sono 255 i militari stranieri morti in Afghanistan dall’inizio dell’anno di cui almeno 148 erano americani. Dall’inizio di giugno i militari morti in Afghanistan sono già 35. Un dato questo che porta a pensare che il 2010 supererà di gran lunga il 2009, con 521 morti, tra le truppe Nato in Afghanistan. Finora i morti dall’inizio delle operazioni, nove anni fa, sono 1.817.

Ferdinando Pelliccia