Scontri a Teheran tra manifestanti e forze di sicurezza in occasione dell’anniversario delle elezioni presidenziali. Almeno 10 le persone che sono state arrestate ed una decina i feriti. Tra gli arrestati anche Davud Roshani, giovane dirigente del partito riformista iraniano ‘Mosharekat’, Condivisione. A darne notizia il sito riformista ‘Rahesabz’, spiegando che gli agenti dell’intelligence iraniana hanno arrestato Roshani dopo averlo picchiato davanti alla sua abitazione. Roshani era stato arrestato anche lo scorso ottobre e rilasciato dopo 50 giorni di carcere. Nelle ultime ore poi, le forze antisommossa si sarebbero schierate anche davanti al palazzo della tv iraniana, ‘Irib’ isolandolo. Per ora non se ne conoscono i motivi. Secondo quanto riferito da alcuni blogger su Twitter, gli scontri sarebbero iniziati dopo che le forze di sicurezza iraniane hanno lanciato lacrimogeni contro un gruppo di studenti che si erano radunati all’esterno dell’Università Sharif di Teheran urlando slogan contro il regime. Fin dalle prime ore del giorno del primo anniversario delle contestate elezioni, che decretarono la riconferma a presidente dell’Iran di Mahmud Ahmadinejad, il Paese ha vissuto una calma carica di tensione che poi, è scoppiata nel pomeriggio intorno alle 16, le 13.30 italiane. Era impensabile che l’opposizione iraniana si facesse scappare questa occasione per proclamare il proprio dissenso al regime degli Ayatollah. I luoghi delle sanguinose proteste post elettorali di un anno fa si sono quindi di nuovo riempiti di manifestanti. Questo, nonostante l’appello dei leader dell’opposizione a evitare di scendere in piazza e nonostante che le forze di sicurezza avessero preso posizione in vari punti strategici del centro di Teheran per prevenire manifestazioni. Dopo che ieri sera era tornata a levarsi, dalle terrazze delle case, in varie aree della capitale, alta la voce della protesta al grido di ‘Allah Akbar’, Dio è grande. Un fatto questo, che non accadeva più da settimane. Il sentore che qualcosa stesse per accadere si è cominciato ad avere quando per le strade della capitale iraniane sono apparsi un gran numero di membri della sicurezza, agenti in borghese e i miliziani delle forze islamiche, i Basij, che hanno iniziato a perlustrare e a presiedere le piazze e le strade principali di Teheran tra cui Azadi Avenue, Azadi Square e Piazza della Rivoluzione. Un concentramento di uomini che ha interessato anche Piazza Ferdowsi, Piazza Haft Tir e il Viale Kargar, dove il 20 giugno scorso venne uccisa a colpi d’arma da fuoco la giovane Neda Agha-Soltan. La donna poi. Neda è diventata uno dei simboli della protesta. Scontri si sono registrati anche presso la stazione metro ’15 Khordad’ della capitale. Qui due persone, una donna e un agente di polizia, sono rimasti feriti. La notizia è stata divulgata dalla ‘E-persian radio’, un’ emittente radiofonica che riferisce i commenti in diretta delle persone che stanno partecipando alle proteste nella capitale iraniana. Sempre secondo quest’ultima si sono verificati anche pesanti scontri nella strada sottostante il ponte di Hafez. Una manifestazione antigovernativa dovrebbe svolgersi nelle prossime ore a Shiraz, nel sud del Paese.
Lo scorso giovedì i due leader dell’opposizione, Mir Hossein Moussavi e Mehdi Karroubi avevano revocato una manifestazione indetta, in un primo momento, proprio per le 16.00 di oggi. Il motivo era che temevano una nuova sanguinosa repressione, dopo le decine di morti nelle proteste dell’anno scorso. Nella sola ultima grandi mobilitazioni, lo scorso dicembre, nel corso degli scontri erano morte 8 manifestanti. In quell’occasione poi, Ahmadinejad aveva affermato che non avrebbe più tollerato alcuna ripresa delle manifestazioni. Sia Moussavi sia Karroubi tuttavia, in una intervista congiunta con tutti i siti dell’opposizione, hanno affermano che la protesta non è finita e che continuerà in modo pacifico. I due leader riformisti nel tornare a denunciare i massicci brogli nella consultazione di un anno fa, resi possibili dalla corruzione politica ed economica del regime, hanno ribadito che il loro movimento, l’Onda verde, chiede solo libere elezioni, libera stampa e rispetto dei diritti del popolo. Il sito vicino all’opposizione iraniana ‘Kaleme’ ha anche pubblicato sulle sue pagine web un intervento di Moussavi in cui denuncia un complotto di quello che l’ex premier definisce il governo illegittimo per provocare scontri violenti e poi, poter creare una sorta di stato di polizia e mettere a tacere il fronte anti-governativo. L’appello di Moussavi e la certezza che la contestazione sarebbe stata soffocata duramente dalle autorità di Teheran non hanno fermato i manifestanti. Un fatto questo che sembra indicare anche un lento declino della popolarità dell’ex candidato alle presidenziali del 12 giugno 2009. Sicuramente l’uomo che il Paese allora ha scelto, ma che ora allontana dalle sue scelte. I disordini post elettorali hanno inoltre evidenziato forti contrasti nella nomenclatura politica e clericale del Paese. Il contestato presidente Ahmadinejad ha però, tuttavia potuto proseguire nel suo mandato, quasi certamente usurpato, grazie all’appoggio dell’ayatollah Ali Khamenei, la Guida Suprema.
Ferdinando Pelliccia