Tra ieri è oggi in Messico si è consumata una terribile strage. In quella che è stata definita una ‘matanza’ senza precedenti sono morte, in 24 ore, almeno 77 persone. Persone uccise dagli uomini dei cartelli della droga nell’affrontare le forze di sicurezza messicana o nel corso della lotta tra le varie bande dei narcotrafficanti per il controllo del territorio e delle rotte utilizzate per portare la cocaina e altre droghe negli USA. Quanto sta accadendo nel Paese sud americano, lasciando dietro di se una lunga scia di sangue, è la testimonianza di come in maniera spregiudicata operano i gruppi dei trafficanti di droga nel Paese. Però è anche la conseguenza della guerra ai narcos che il presidente messicano, Felipe Calderon ha dato vita dal gennaio 2007. Una guerra che ha ucciso oltre 10mila persone. La ‘matanza’ è iniziata con la strage di 19 trafficanti di droga che si trovavano nel centro di riabilitazione ‘Fede e vita’ a Chihuahua. Tutti uccisi a colpi di fucili automatici kalashnikov. Le vittime facevano parte di un gruppo chiamato ‘Los Mexicales’ legati al cartello di Sinaloa guidato da Joaquin ‘Chapo’ Guzman, uno dei narcos più ricercati al mondo. Mentre i sicari facevano capo ad un’altra gang, chiamata ‘Los Aztecas’ legati al boss del gruppo criminale di Juarez, Vicente Carrillo Fuentes. Il che farebbe pensare ad un regolamento di conti tra due gang rivali. Episodi del genere si erano già registrati in altre occasioni. Già erano capitati omicidi simili in strutture anti-droga, dove le bande di narcos vanno alla ricerca dei sicari di gruppi rivali per i regolamenti di conto interni. Però, mai erano state di questa entità. L’ultimo episodio risaliva al settembre dello scorso anno quando 17 giovani vennero uccisi in una struttura anti-droga chiamata ‘El Aliviane’. Nello stato di Chihuahua nel 2009, vi sono state uccise 2.082 persone, mentre nel 2008 i morti ammazzati erano stati 1.652. Nei primi sei mesi dell’anno in corso i morti sono invece, già almeno 1.300. Un aumento esponenziale che dimostra quanto questo stato sia uno degli stati della confederazione messicana al centro della guerra ‘intra-narcos’. Però il crocevia dell’ondata di omicidi nello stato è la città di Ciudad Juarez, una cittadina nel nord del Messico situata al confine con gli USA è considerata tra le città più pericolose al mondo. Proprio qui nelle ultime 24 ore, in episodi diversi, sono state uccise altre 15 persone, tra cui 3 agenti della locale polizia municipale incluso il comandante, Julian Armando Medina. Tutto questo nonostante il dispiegamento in città di circa 8.500 soldati. Sono oltre 36mila i militari dispiegati in tutto il Paese dal presidente Calderon per combattere il crimine organizzato. Altri 20 presunti narcos sono stati invece, giustiziati con un colpo alla testa a Ciudade Madero altra cittadina di confine però, nello stato di Taumalipas nell’ovest del Paese. La lotta tra le varie gang ha fatto registrare anche 2 morti fra gli alunni di un liceo rimasti coinvolti in un conflitto a fuoco tra gang rivali mentre viaggiavano a bordo di un bus. Il tutto si è svolto in un Messico distratto dal tifo calcistico. Infatti ieri si è disputata la prima partita dei mondiali, Messico-Sudafrica.
Le violenze e le morti non hanno risparmiato neanche altri stati come quello di: Sinaloa, Michoacan, Queretaro, Jalisco e Guerrero. Proprio in quest’ultimo stato, nei giorni scorsi in una remota località sono state scoperte delle fosse comuni. Di fatto il luogo era il cimitero dei diversi cartelli di narcos. Finora da esse sono stati recuperati ben 77 corpi , ma il numero è destinato ad aumentare sensibilmente. Anche nel villaggio di Corralitos, nello stato di Durango, sono stati scoperti i resti ossei di almeno tre persone in una discarica.
Ferdinando Pelliccia