Inizia il processo per l’omicidio di Sanaa, il pm chiede l’ergastolo per il padre

E’ iniziato questa mattina a Pordenone il processo con rito abbreviato a El Ketaoui Dafani, l’uomo di nazionalità marocchina che a settembre dello scorso anno uccise la figlia Sanaa, di 18 anni, perché aveva una relazione con un ragazzo italiano. Su Dafani gravano accuse pesanti: omicidio volontario aggravato da vincoli di parentela e lesioni gravi ai danni del fidanzato della ragazza, Massimo De Biasio, che si è costituito parte civile. Il pm Maria Grazia Zaina ha chiesto la condanna all’ergastolo e l’isolamento per due anni, dicendosi inoltre contraria allo sconto della pena, poiché le aggravanti sono maggiori delle attenuanti. In aula l’uomo si è scusato con la moglie e le figlie per la propria azione.
Dafani, che prima del delitto lavorava come cuoco, sgozzò sua figlia Sanaa con un grosso coltello da cucina e ferì De Biasio, che tentò inutilmente di proteggere la ragazza dalla furia omicida del padre.
Souad Sbai
, presidente delle donne marocchine in Italia, si augura che a El Ketaoui Dafani venga attribuito il “massimo della pena”. “Basta integralismi -dichiara Sbai- Per tutto questo non c’è nessuna attenuante culturale e religiosa perché ciò infangherebbe il mondo arabo e islamico. Qui c’è stata una ragazza uccisa per le pressioni esercitate da alcuni personaggi della comunità”.

Tatiana Della Carità