Messico, guerra ai narcos: ancora una giornata di sangue

Si allunga la scia di sangue in Messico. Ieri un’altra giornata di sangue con morti e feriti. Nello stato del Michoacan in un’imboscata tesa ad un convoglio delle forze di sicurezza messicane, da parte dei Narcos, sono stati uccisi 15 poliziotti. Mentre nello stato di Sinaloa, 29 detenuti sono stati uccisi in una sparatoria tra gang rivali nella prigione di Maztlan. Anche due poliziotti e una guardia carceraria sono rimasti feriti. Pur trattandosi di un bilancio meno grave di quello della scorsa settimana quando sono morte in 24 ore ben 77 persone, i fatti di ieri sono molto più preoccupanti e inducono a credere che forse le autorità messicane stiano perdendo il controllo della situazione. A far impensierire è il fatto che l’episodio verificatosi nel Michoacan ha riguardato uomini delle forze dell’ordine messicane. Dieci forse quindici poliziotti sono stati uccisi in un’imboscata, pianificata a tavolino dai narcos, nei pressi della città di Zitacuaro a circa 170 chilometri a ovest di Città del Messico. Nell’assalto sono rimasti uccisi anche diversi narcotrafficanti. Appena attaccati i poliziotti hanno dato l’allarme e il Gruppo di operazioni speciali, un commando di elite della polizia federale, che si è subito attivato. I narcotrafficanti però, hanno bloccato l’ingresso a due strade importanti che portavano al luogo dell’agguato impedendo loro di intervenire e permettendo agli assalitori di mettersi al sicuro. La città di Zitacuaro si trova in un’area dove è molto attivo il traffico di droghe ed è considerata la roccaforte del cartello de ‘La Familia, una delle più grandi e violente organizzazioni di narcotrafficanti del Paese in lotta con gli ‘Las Zetas’ per il controllo nella zona del porto di Lazaro Cardenas, sulla costa del Pacifico. I cartelli della droga infatti, si affrontano soprattutto per il controllo del mercato della droga verso gli Stati Uniti, che è il primo consumatore di cocaina al mondo. Il cartello della ‘Familia’, è ritenuto il responsabile dell’attaccato simultaneamente a molti edifici della polizia federale avvenuto nel 2009. Ed è legato allo scontro tra due gang rivali la sparatoria avvenuta sempre ieri in una prigione a Mazatlan, nello stato orientale messicano di Sinaloa. In un primo momento le autorità carcerarie avevano pensato ad un tentativo di fuga ma poi, è stato chiaro che si trattava di un regolamento di conti tra bande rivali. I morti infatti, appartengono al cartello della droga dei ‘Las Zetas’. Per riportare l’ordine nel carcere si è reso necessario l’intervento dell’esercito. Alla fine quando è ritornata la calma nella prigione sono stati sequestrati due pistole e un fucile mitragliatore Ak 47. Un fatto preoccupante quello che è avvenuto, in quanto evidenzia le falle nelle misure di sicurezza del carcere che permettono addirittura che i detenuti entrino in possesso di armi da fuoco. Lo stato di Sinaloa è uno degli stati più violenti della Confederazione messicana. Qui vi sono le roccafforti bastione di alcuni dei capi più potenti del narcotraffico, tra i quali Joaqu¡n ‘El Chapo’ Guzman.

A causa degli scontri tra bande rivali, ma anche dopo che dal gennaio 2007 il presidente messicano, Felipe Calderon, ha dichiarato guerra ai narcos, in Messico sono morte quasi 20mila persone.

Ferdinando Pelliccia