F1 – GP d’Europa: penalità di 5”, la Ferrari grida allo scandalo

Momento criticato dalla Ferrariin cui la Safety-car ancora non era entrata in pista davanti a Lewis Hamilton (McLaren)

La FIA ha comminato una penalità di cinque secondi ai nove piloti caduti sotto inchiesta durante il GP d’Europa appena conclusosi a Valencia.

Jenson Button, Rubens Barrichello, Nico Hulkenberg, Robert Kubica, Vitaly Petrov, Adrian Sutil, Sebastien Buemi, Pedro de la Rosa e Vitantonio Liuzzi sono stati sanzionati al termine della gara per aver fatto segnare un tempo inferiore a quello imposto dalla Direzione di gara nel giro in cui la safety-car è entrata in pista, tempo che viene comunicato al muretto e, inoltre, appare sul display presente nel volante delle vetture.

Queste penalità del tutto irrisorie fanno sì che lo spagnolo Fernando Alonso passi dalla nona all’ottava piazza, poiché si trovava ad un distacco inferiore da Buemi. Il punto finale va a Nico Rosberg, che può in questo modo risollevare un fine settimana nero per la sua scuderia. Massa si classifica alle sue spalle, fuori dalla zona punti.

Il resto delle posizioni resta, dunque, invariato e la McLaren può festeggiare entrambi i piloti sul podio, cosa che ha permesso al team inglese di mantenere la vetta delle due Classifiche.

Gli steward hanno inoltre annunciato una penalità di venti secondi da infliggere a Timo Glock che, sulla sua Virgin aveva ignorato le bandiere blu esposte dai commissari di percorso. Il tedesco era, infatti, in battaglia con il pilota della HRT, Bruno Senna, non aveva agevolato il doppiaggio da parte di Hamilton, Kobayashi e Button, che hanno rischiato molto in quei frangenti.

La scuderia di Maranello mostra tutta la sua rabbia in un comunicato ufficiale in cui si dichiara che “Il modo in cui i commissari hanno agito, soprattutto nel caso del drive-through imposto a Lewis Hamilton, non fa altro che mettere in pericolo la credibilità di questo sport”.

Non è la prima volta che i giudici di gara aspettino molto tempo prima di intervenire con delle sanzioni; e questo è solo l’ultimo esempio di una metodologia che deve subire delle variazioni, per il bene della Formula 1.

Lo stesso Michael Schumacher, penalizzato a Monaco dopo una interpretazione sbagliata del regolamento in materia di safety-car, ha invocato poco fa maggiore chiarezza per questa disciplina, compreso l’utilizzo del semaforo rosso all’uscita dalla pitlane per impedire alle vetture di tornare in pista nel caso in cui altre monoposto giungano a forte velocità dal rettilineo del traguardo.

Alessia Anselmo