Angoli del nostro quotidiano narrano storie antiche; paesaggi ancestrali custoditi all’interno del nostro immaginario. A raccontarli, accompagnata dalla chitarra acustica di Daniele Lupi, la voce di Viola Hazel (Viola Nocciola Zamattio) che, per il nuovo album “Taking Back Time” della loro formazione i “Livaraja”, ha realizzato la copertina dell’album, dalla quale la cantante ha preso spunto per una serie, molto affascinante, di opere fotografiche. Nasce così la piccola, ma preziosa, mostra “Il tempo favoloso delle nostre origini”, allestita negli spazi della Galleria 107 di Casperia, borgo antico medievale della Sabina, nella provincia di Rieti. Un inno alla natura, alle origini primordiali dei nostri miti, del mondo favoloso che costella quegli strascichi d’insegnamenti misterici che permangono nel nostro Dna. È la sensazione di leggerezza e di ricchezza
che colmano, di verità che rapisce – in un contesto adeguato – alle quali fanno eco i titoli delle opere: infatti, la Hazel ha associato delle citazioni ai paesaggi raffigurati, personificandoli e facendo affiorare da essi la visione primordiale che scaturisce da una nostra emozione. Anche la tecnica stessa – per cui l’artista rimanipola le fotografie portando ad un’astrazione progressiva la rappresentazione – rispecchia quella visione originaria, con colori irreali, grazie ai quali trasporta lo spettatore in quell’universo onirico, a mo’ di “ negativo” di una fotografia, che sul piano estetico si fa, quasi, subconscio dell’immagine.
Un paesaggio boschivo diviene la figura mitologica “Aracne”: le tappezzerie che lei disegnava erano così belle che le ninfe della città circostante venivano a contemplarle; il tramonto è “Aretusa Esperide, Ninfa del Tramonto: all’estremo Occidente del mondo custodiva il prezioso albero che dava mele d’oro, viene così collegata al tramonto, quando i colori che assume il cielo ricordano quelli di un melo carico di frutti dorati. Hazel racconta ciò che vede e sente, ciò che un paesaggio le trasmette: un incrocio di vicoli del borgo medievale di Roccantica, dove vive la cantante, si trasfigura in Dedalo, il Minotauro, che fu rinchiuso per ordine di Minosse nel labirinto costruito da Dedalo, ed una volta finita la sua opera, vi fu rinchiuso con il figlio Icaro; per scappare Dedalo costruì con delle penne due paia d’ali e le attaccò ai loro corpi con la cera ma Icaro si avvicinò troppo al sole ed il calore fuse la cera, facendolo cadere in mare. Infine, “Emera/Ἠμέρα”, personificazione del Giorno, figlia della Notte, copertina dell’album, apre le porte al regno spirituale.
Hazel rispettosa del folklore di questi luoghi incantanti, riesce a ridare senso e vita a quei paesaggi, anche interiori, in parte dimenticati dalla frenesia odierna, in parte concepiti come “alternativa” ad una dimensione del tempo, percepito in un “altro” modo, estremamente palpabile, anche nelle vicinanze di una metropoli come Roma.
Carlotta Degl’Innocenti
Per informazioni:
Hazel Viola, “Il tempo favoloso delle nostre origini”
Galleria 107
Via Garibaldi, 55 – Casperia (RI)
Siti internet: Livaraja; Hazelviola