Burundi, opposizione boicotta elezioni presidenziali con attentati esplosivi

Pierre Nkurunziza

Stamani seggi aperti nel Burundi. Si vota per le presidenziali. Su una popolazione di circa 8,5 milioni di persone, sono solo 3,5 milioni gli aventi diritto al voto. Un voto che alla fine sarà solo una sorta di referendum sul gradimento che il presidente uscente, Pierre Nkurunziza gode nel Paese. Questo, perché è rimasto solo lui come candidato alla presidenza del Burundi dopo che l’opposizione, ad inizio giugno, ha ritirato i suoi sei candidati. In verità, i candidati erano rimasti solo in cinque in quanto di uno di essi non si conosce più la sorte dopo che ne è stata denunciata la scomparsa.

La rottura con Nkurunziza risale allo scorso mese di maggio, quando l’opposizione non ha riconosciuto la schiacciante vittoria governativa alle elezioni comunali denunciando intimidazioni e manovre del governo. Il culmine di questa rottura è stato poi, il boicottaggio dell’appuntamento per l’elezione del capo dello stato. Il risultato invece, è stato quello di una scarsa affluenza alle urne. L’opposizione ha, in merito, denunciato forti pressioni da parte del governo nei confronti degli elettori. Una pressione esercitata soprattutto nelle campagne dove la gente sarebbe stata letteralmente costretta ad andare a votare. L’opposizione burundese da tempo denuncia una forte repressione da parte delle autorità di Bujimbura con arresti indiscriminati tra le sue fila da parte dei governativi. Per il governo gli arrestati erano persone intente ad organizzare sabotaggi, mentre per l’opposizione sono solo oppositori scomodi tolti dalla circolazione. Tutto questo non ha fatto altro che alimentare le tensioni nel Paese dove il clima è già per molti versi incandescente, in quanto da poco si è conclusa una decennale guerra civile e, lo scontro tra governo e opposizione non favorisce di certo il dialogo.

A denotare la fragilità della situazione le violenze che hanno contraddistinto gli ultimi dieci giorni prima del voto. La vigilia elettorale è stata infatti turbata da almeno 40 attentati e numerosi episodi di violenza di ogni genere che hanno causato almeno 8 morti e circa 60 feriti. Persino a poche ore dalla apertura dei seggi un episodio ha caratterizzato la giornata. Una granata è esplosa vicino all’ufficio degli osservatori dell’Unione europea, Ue. Per fortuna l’ esplosione non ha causato danni. Nel corso della giornata Anche in diversi distretti si sono registrate esplosioni causate dal lancio di granate contro seggi elettorali e intimidazioni di elettori in fila per votare. Per fortuna in nessun caso si sono registrate vittime.

Ferdinando Pelliccia