Un vero e proprio ritorno al clima da guerra fredda è quello che si sta rivivendo in queste ore tra USA e Russia. A rischio la possibile perdita dei progressi fatti finora dalle diplomazie dei due Paesi nel recupero dei rapporti bilaterali. Un recupero seriamente minato dal recente scandalo spionistico scoppiato negli USA ad inizio settimana.
Quando l’ FBI ha smantellato una rete di spionaggio arrestando 10 presunte spie russe, in diverse città americane, che si erano costruite false identità per carpire informazioni riservate. Alcune delle dieci presunte spie arrestate dalle autorità statunitense sono infatti, di nazionalità russa anche se in possesso di passaporti di altri Paesi. Secondo la polizia federale americana le dieci presunte spie, tenute sotto sorveglianza da anni, avrebbero avuto il compito di infiltrarsi nel tessuto sociale e politico americano. In merito allo smantellamento di questa cellula spionistica russa negli Stati Uniti il presidente americano, Barack Obama si è rifiutato di esprimersi.
Non è stato dello stesso avviso il premier russo, Vladimir Putin che ha invece, apertamente criticato l’operazione affermando che: “L’FBI ha perso il controllo e sta gettando persone in carcere”. Il leader russo ha però, auspicato che gli eventi recenti non danneggino tutti i progressi fatti nelle relazioni bilaterali. Successivamente è giunto da parte del ministero degli Esteri di Mosca la conferma che alcuni degli arrestati sono cittadini russi. Il ministero ha però spiegato che: “non hanno agito contro gli interessi statunitensi”. Un evidente cambiamento di indirizzo questo, da parte russa, alla ricerca forse di un possibile recupero dallo scivolamento in basso in cui stava cadendo l’intera vicenda. Fin da stamani infatti, l’ arresto dei dieci presunti 007 russi, accusati di agire come spie negli Stati Uniti per conto del governo russo, aveva suscitato durissime critiche da parte di Mosca.
In un comunicato dell ministero degli Esteri, Mosca aveva fatto sapere che: “Gli arresti di sospette spie russe negli Stati Uniti sono infondati e male intenzionati e rappresentano un ritorno all’epoca della guerra fredda”. Ritenuto incomprensibile anche l’atteggiamento del ministero della Giustizia americano. “Non comprendiamo le cause che hanno spinto il ministero della Giustizia americano a rilasciare dichiarazioni pubbliche nello spirito delle ‘storie di spie’ dei tempi della guerra fredda”, si legge sempre nella nota della diplomazia russa. In mattinata Andrei Nesterenko, portavoce del ministero degli Esteri, aveva giudicata gratuita e strumentale l’operazione che ha portato agli arresti dei dieci sospetti agenti dell’Svr, il servizio di intelligence russo all’estero.
Alla caduta dell’ Unione Sovietica, le attività di spionaggio del KGB sono state affidate a due istituzioni distinte, l’Svr, servizio di intelligence all’estero e l’Fsb, servizio federale di sicurezza che è incaricato dell’intelligence in Russia e del contro-spionaggio. Una terza sigla, il Gru, sono i servizi di intelligence militari, e dipendono direttamente dallo stato maggiore. Nesterenko aveva ritenuto che ci fossero molte contraddizioni nelle informazioni sull’arresto dei sospetti agenti dell’intelligence russo e si era rammaricato che tutto ciò accadeva sullo scenario del recupero delle relazioni tra Russia e Stati Uniti cercato dall’amministrazione Obama. “Mosca chiederà spiegazioni in merito a Washington”, l’ha detto il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, in viaggio a Gerusalemme. “il momento dello scandalo spionistico è stato scelto con un’eleganza speciale”, ha affermato Lavrov che evidentemente si riferiva al recente viaggio del presidente russo, Dmitri Medvedev in America del nord in occasione del G8 e G20, dove ha incontrato anche il presidente americano, Barack Obama, rilanciando quel azzeramento iniziato lo scorso anno. Nel frattempo, secondo quanto pubblicato dal quotidiano francese ‘Le Monde’, l’undicesima presunta spia sfuggita all’arresto, il canadese Christopher R. Metson, e ricercato dall’Fbi è stato arrestato all’aeroporto di Larnaca di Cipro. Metson si stava imbarcando su un volo per Budapest. L’uomo è stato rilasciato dietro il pagamento di una cauzione di 20mila dollari, in attesa della sua estradizione. Sul possibile utilizzo fraudolento di passaporti del Regno Unito, da parte di alcune delle presunte spie russe arrestate negli USA, in Gran Bretagna è stata aperta un’inchiesta. Le autorità di Londra, loro malgrado, ancora una volta sono coinvolte in una vicenda di spionaggio. Secondo quanto reso noto dalla Corte Distrettuale di New York una delle presunte spie, Tracey Lee Ann Foley, avrebbe utilizzato un passaporto del Regno Unito risultato falso. La vicenda riporta alla mente il caso dell’omicidio, a Dubai, di un capo di Hamas da parte di uomini dell’intelligence israeliano che si erano serviti di passaporti falsi per entrare negli Emirati. Per ora dal ministero degli esteri inglese solo un laconico comunicato in cui si dice che il caso è in via di approfondimento. Oltre Londra coinvolta anche Dublino che ha protestato duramente con Mosca.
Ferdinando Pelliccia