Il ddl intercettazioni fa ancora discutere. Oggi la conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha deciso che il testo arriverà alla Camera il 29 luglio, dopo l’esame della manovra economica. E il primo a criticare questa decisione è proprio il presidente della Camera. Gianfranco Fini ha infatti dichiarato che calendarizzare a fine luglio il ddl “è irragionevole” poiché, date le propbabili modifiche che verranno apportate, c’è la concreta possibilità che il voto finale slitti comunque a settembre. Fissare l’esame tra un mese “è solo un puntiglio”, ha sottolineato ancora Fini. Parole di disapprovazione giungono inoltre dall’opposizione. “E’ una decisione non logica -ha precisato il capogruppo del Pd Dario Franceschini– Serve solo a comprimere l’esame della manovra per un testo che sarà comunque modificato e dovrà tornare al Senato. E’ una forzatura sbagliata“.
E, alla vigilia della giornata di mobilitazione indetta dalla Fnsi proprio contro la ‘legge bavaglio’, il presidente dell’Autorità garante per la privacy Francesco Pizzetti dichiara di comprendere il punto di vista di chi, da mesi, sta protestando contro il ddl in nome della libertà di stampa. Nel corso della sua relazione annuale al Parlamento, Pizzetti ha infatti spiegato che nel testo “si sposta oggettivamente il punto di equilibrio tra la libertà di stampa e la riservatezza a tutto favore di quest’ultima“, cosa che giustifica il fatto che “da molte parti si affermi che in questo modo si pone in pericolo la libertà di stampa”.
Tatiana Della Carità