E’ Antonio Pennacchi, l’autore di Canale Mussolini edito da Mondadori, che ha conquistato il Premio Strega 2010. Il verdetto è stato conteso fino all’ultimo con l’opera prima della sorprendente 26enne Silvia Avallone, autrice di Acciaio, edito da Rizzoli. Pennacchi, fratello di Gianni, giornalista del Giornale morto lo scorso dicembre, ha prevalso con 133 voti, contro i 129 della Avallone. E il vincitore proprio al fratello ha dedicato la vittoria.
«Dedico il premio a mio fratello Gianni e alla mia nipotina che è in arrivo – e parlando degli altri libri della cinquina – Sono quattro bei testi e in bocca al lupo ai più giovani»
I finalisti del premio:
Acciaio (Rizzoli) di Silvia Avallone
Hanno tutti ragione (Feltrinelli) di Paolo Sorrentino
Canale Mussolini (Mondadori) di Antonio Pennacchi
Sono comuni le cose degli amici (Ponte alle Grazie) di Matteo Nucci
Accanto alla tigre (Fandango) di Lorenzo Pavolini
Tutti i pronostici si erano però concentrati oltre che sul vincitore anche sulla giovane debuttante Silvia Avallone:
«Sono serena e contenta. Per me questa avventura, scoprire di avere lettori è già bellissimo così» ha detto nel suo abito portafortuna. Tutta la nostra simpatia va a questa giovane autrice, così moderna e matura nonostante la giovane età.
Pennacchi, sessant’anni originario di Latina, è stato operaio in fabbrica fino a dieci anni fà. Si è imposto all’attenzione nel 2003 con Il fasciocomunista, da cui è stato poi tratto il film «Mio fratello è figlio unico» con Riccardo Scamarcio e Elio Giordano. Fra i suoi libri anche Shaw 150, Storie di fabbrica e dintorni e Fascio e martello, Viaggio per le città del Duce
Con Canale Mussolini, Pennacchi ripercorre la storia di una famiglia contadina, i Peruzzi, sradicata dalla sua terra d’origine nella bassa padana per andare nell’Agro Pontino capeggiati dal carismatico e coraggioso zio Pericle, fascista. È lui a convincere tutti a scendere dalle pianure padane. A spiccare è però sua moglie, l’Armida, bella, generosa, un pò strega. Una donna sempre circondata dalle sue api che le parlano e in volo danno ammonimenti che non salveranno però Armida da una sorte inevitabile e triste.
Emiliano Stefanelli