Terremoto in Abruzzo, le false promesse non mantenute dal governo Berlusconi

Che le false promesse in politica servano, non è certo una novità. Che chi le fa, non venga sbugiardato pubblicamente, neppure. Altrimenti non ci saremmo potuti permettere 15 anni di Berlusconismo.

Nei giorni seguenti il terribile terremoto de L’Aquila e la tragedia del collasso della Casa dello Studente costata la vita a tanti giovani universitari, il Ministro all’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Maria Stella Gelmini, aveva dichiarato pubblicamente: “La Casa dello studente è uno dei simboli della devastazione del terremoto e deve essere tra i primi ad essere ricostruito […] Con il Presidente Berlusconi abbiamo trovato 16 milioni di euro per ricostruire questo edificio”. Scroscio di applausi e strette di mano. Infatti, l’uso del presente indicativo “abbiamo trovato” da parte dell’Onorevole Ministro lasciava presagire che, se non il giorno dopo, quello dopo ancora, sarebbero partiti i lavori di costruzione dei nuovi alloggi per studenti, magari questa volta in regola con le norme anti sismiche.

Oggi, a più di un anno di distanza, della Casa dello studente non c’è nemmeno l’ombra. Oltre 8mila giovani, che nonostante tutto hanno deciso di iscriversi anche per orgoglio all’Università degli Studi de L’Aquila, sono costretti a fare i pendolari. Una situazione che, come più volte denunciato dal rettore Ferdinando Di Orio, reca dei forti, anzi fortissimi disagi. A questo punto, una domanda nasce spontanea: dove sono i 16 milioni di euro promessi? Questa semplice domanda è stata posta raramente al Ministro Gelmini e al Premier Berlusconi, oltre 20 volte in visita a L’Aquila e inquadrato dalle fedeli telecamere dei Tg nazionali come il salvatore della patria. La verità è che quei 16 milioni non sono mai esistiti, e se esistevano sono stati dirottati verso altri fini, o altre persone. E’ vero, ricostruire un’intera città non è facile, e restituire ai suoi cittadini la loro vita di sempre non è cosa da nulla. Ma non si può accettare l’uso strumentale e squallidamente propagandistico che di questa città e dei suoi abitanti ha fatto e continua a fare il Governo Berlusconi. Un Governo e un Premier che sanno dare il meglio di se in campagna elettorale, e perciò cercano di ricrearne le condizioni durante tutta la legislatura, sfruttando ogni occasione propizia per fare propaganda, tragedie comprese. Il caso de l’Aquila rappresenta il caso esemplare, ancor più dell’immondizia di Napoli. Una città letteralmente stampata su volantini elettorali con l’unico scopo di attrarre consensi nei sondaggi, promettendo qualcosa che poi non si manterrà, come con la Casa dello studente. Nessuna eccezione, bensì a regola. E’ a partire dal famigerato “Contratto con gli italiani” che Berlusconi usa slogan e promesse per imbambolare il suo pubblico ed aumentare i consensi. Poco importa poi che queste promesse vengano mantenute. L’importante è farle…tanto poi nessuno ci crede.

A l’ Aquila, intanto, circa 8mila studenti ne stanno pagando il prezzo, mentre l’università rischia di scomparire. L’orgoglio e la forza di chi ci lavora rischia di non bastare, nonostante in questi mesi sia stato fatto il massimo, con alloggi temporanei e progetti in project financing. Adesso, per il Governo Berlsuconi, è arrivato il momento di onorare le promesse fatte, smettendola di contrapporre l’interesse degli sfollati a quello degli studenti, perché tutti sono vittima della stessa tragedia. L’ Aquila è e deve rimanere città universitaria!

Luigi De Magistris