ROMA – Associazione a delinquere e violazione della legge Anselmi sulle società segrete. Per questi reati sono stati iscritti sul registro indagati della Procura di Roma, il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri e il sottosegretario all’economia Nicola Cosentino, nell’ambito dell’inchiesta sull’eolico per la quale è finito in carcere Flavio Carboni. Per gli stessi reati sono indagati anche il coordinatore del Pdl Denis Verdini – circostanza che sta creando malumori all’interno del partito – ed Ernesto Sica, ex assessore all’avvocatura della Regione Campania, e sono finiti in carcere, appunto, l’imprenditore sardo Flavio Carboni, il geometra Pasquale Lombardi e il costruttore Arcangelo Martino. Cosentino è indagato per l’episodio legato al dossier che puntava a screditare Stefano Caldoro, quale candidato alla presidentre della Regione Campania, e per le pressioni esercitate sulla Cassazione per una rapida fissazione dell’udienza in cui si doveva discutere della legittimità della misura cautelare emessa nei confronti del sottosegretario dalla magistratura napoletana.
LA CENA DA VERDINI – Dell’Utri risulta tra i presenti alla cena a casa Verdini, il 23 settembre 2009, nel corso della quale il sodalizio guidato da Carboni avrebbe progettato un’azione di avvicinamento dei giudici della Corte Costituzionale che di lì a poco si sarebbero dovuti pronunciare sul Lodo Alfano. Stando al rapporto degli investigatori, a quella cena erano stati invitati, oltre a Carboni, anche Martino, Lomabrdi, il sottosegretario Giacomo Caliendo, e i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller. Le posizioni di ciascuno sono attualmente al vaglio dei pm romani. Il nome di Dell’Utri compare anche tra quelli che avrebbero preso parte a più riunioni svolte, tra gli altri, con Carboni, Verdini e Ugo Cappellacci, presidente della regione Sardegna, per gli appalti sull’energia eolica.
L’«AGGANCIO» AI PM DEL G8 – Per quanto riguarda Carboni, Lombardi e Martino, intanto, all’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata nei giorni scorsi dal gip Giovanni De Donato nei loro confronti si evince inoltre che i tre volevano avvicinare anche i magistrati della procura di Firenze che stavano indagando sui Grandi Eventi e sugli appalti legati al G8. Secondo gli inquirenti, il gruppo utilizzava l’associazione culturale «Centro studi giuridici per l’integrazione europea Diritti e Libertà» di Lombardi come strumento «per acquisire e rafforzare utili conoscenze nell’ambiente della politica e della magistratura». Tra le iniziative, poi annullate in seguito al fallito intervento di fare accogliere il ricorso elettorale della lista «Per la Lombardia» di Roberto Formigoni e organizzate tramite l’associazione culturale, «l’invito al convegno milanese programmato per il marzo 2010 (e poi annullato) rivolto ai magistrati della Procura di Firenze dopo l’esecuzione di alcune misure cautelari ad opera di quell’ufficio, nel mese di febbraio 2010, in relazione ad alcune ipotesi di reato che coinvolgevano rappresentanti della pubblica amministrazione, del mondo politico e dell’imprenditoria».
COSENTINO: «BANDA DEL TORCHIO» – Nicola Cosentino, in una nota ha commentato in serata che «mi pare si tratti di una sorta di “banda del torchio”, dal sapore davvero surreale. Mi chiedo quando e se si finirà di usare la magistratura per altri fini. In ogni caso, anche questa volta, le impronte digitali sono le stesse».
BERLUSCONI A VERDINI: «VAI AVANTI» – La vicenda sta scatenando le inevitabili reazioni politiche. Dal fronte del centrodestra si attende un commento ufficiale del leader. Le agenzie di stampa intanto diffondono alcune indiscrezioni secondo cui Berlusconi avrebbe ammesso che qualche leggerezza c’è stata e che bisognerà fare chiarezza su quanto successo, anche se il tutto a suo dire sarebbe stato ingigantito dai media. Secondo altre fonti Silvio Berlusconi si sarebbe però sentito più volte al telefono con il coordinatore del Pdl Denis Verdini. Nel corso delle telefonate, a quanto si apprende, il Cavaliere avrebbe espresso la sua solidarietà a Verdini dicendogli di andare avanti nel suo lavoro. Il tuo ruolo, avrebbe sottolineato il Cavaliere, non è in discussione. Dal finiano Granata arriva però l’invito esplicito a Cosentino a dimettersi per togliere il partito dall’imbarazzo: «Noi – sostiene – chiediamo le sue dimissioni e non da oggi. La questione morale non può più essere negata, nè da Bondi, nè da La Russa». Dall’Idv arrivano invece le stoccate più decise: «Il governo dovrà iniziare a riunirsi a Regina Coeli o Poggioreale» taglia corto con una battuta l’ex magistrato e ora parlamentare europeo Luigi De Magistris. Mentre Felice Belisario, capogruppo dei senatori dipietristi, parla ormai di un «impero che sta crollando» e invita il governo a farsi da parte.
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