Larghe intese, bocciata la proposta di Casini

Promuove “Liberamente”, la fondazione che tanto irrita diversi dirigenti del Pdl, a condizione che non si trasformi in una corrente. Boccia la proposta di Pier Ferdinando Casini su un governo di larghe intese poiché presuppone una crisi di governo (rischio che non vuole assolutamente correre), ma ciò non significa che intenda abbandonare il corteggiamento ai centristi, nonostante la ferma opposizione della Lega alla quale anzi chiede di smetterla con i diktat. Infine, continua a far finta che il problema Gianfranco Fini non esista, persuaso che l’unico modo per verificare la lealtà del presidente della Camera sia quello di attendere i “finiani” al varco del voto in Aula.

I fronti su cui è impegnato Silvio Berlusconi, anziché diminuire, sembrano aumentare di giorno in giorno. E non per via dell’opposizione, ma il terreno che gli traballa sotto i piedi è quello suo, quello del Pdl.

La situazione resta parecchio ingarbugliata. Il premier è rimasto a Milano e dopo aver partecipato al forum sul Mediterraneo si è chiuso ad Arcore dove ha ricevuto alcuni esponenti della maggioranza, compreso il suo avvocato Niccolò Ghedini. Ma soprattutto è stato in contatto con Giulio Tremonti, con il quale ha discusso gli ultimi dettagli della manovra. Frutto dei contatti con i colonnelli del Pdl è la nota diffusa nel pomeriggio. Al governo e al Paese “serve il contributo di tutti e mi sembra che “Liberamente”, che non è certo una corrente, e non dovrà mai esserlo, ma un luogo di approfondimento culturale e di dibattito politico, stia facendo un buon lavoro”, scrive il capo del governo. Un modo per mettere fine alle polemiche di questi ultimi giorni sull’ultimo “pianeta” nato nella costellazione del Pdl.

Il premier, diplomaticamente, lascia dunque che la nuova creatura voluta da Franco Frattini, Mariastella Gelmini, Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna prosegua il suo cammino, ma nel farlo fissa dei paletti: non diventi una corrente. Placando così le richieste dello stato maggiore del partito che avevano preteso (e in parte ottenuto) uno “stop” alla frammentazione del partito. Tutto da vedere se Berlusconi riuscirà in questo intento.

L’altro tema caldo sul tavolo del premier è la proposta di Casini che dalle pagine del Corriere rilancia l’ipotesi di un “governo di larghe intese” eventualmente guidato dal Cavaliere. Strada che i berlusconiani, da Frattini a Cicchitto, bocciano senza appello: “Mi sembra un’ipotesi improponibile” visto che sarebbe un “tradimento” dei nostri elettori, taglia corto il ministro degli Esteri che però ne approfitta per lanciare un duro affondo all’indirizzo del Carroccio. “E’ sbagliato e inaccettabile che la Lega ponga degli ultimatum a Berlusconi”, attacca il solitamente cauto Frattini a proposito del ‘no’ della Lega ad un ingresso dei centristi nella maggioranza. Parole che – dando per scontato l’avallo di Berlusconi – confermano come la temperatura nei rapporti fra il Cavaliere e Bossi si stia pericolosamente alzando. Ad ogni modo, assicurano i fedelissimi del premier, quella con i centristi è una partita lunga, che non si esaurirà certamente entro l’estate e dunque il Cavaliere avrà modo e tempo per riportare a più miti consigli la Lega. Anche perché, assicurano in tanti nel Pdl, Bossi sta solo cercando di “alzare la posta”.

Sul tema “larghe intese”, intanto, intervengono anche i “finiani” che, forse per sparigliare le carte, aprono alla proposta di Casini. Il leader dell’Udc, sottolinea Italo Bocchino, “offre una nuova opzione per la seconda parte della legislatura: certo, ogni scelta spetta solo a Berlusconi, ma il Pdl e la Lega hanno il dovere di aprire una discussione franca” sul tema.

Parole che impensieriscono i berlusconiani che intravedono nell’apertura a Casini lo spettro di un “inciucio” terzo-polista. Anche perché sul fronte del rapporto Berlusconi-Fini di schiarite non si vede tracia. Nei rispettivi entourage nessuno parla di possibili date per un faccia a faccia. Anzi, in quello berlusconiano l’atteggiamento sembra di totale disinteresse. Del resto, si assicura negli stessi ambienti, il refrain di Berlusconi sull’ex leader di An in queste ore suona più o meno così: non ho nessuna intenzione di cercare Fini, la compattezza della maggioranza si verifica solo in Aula, attraverso il voto

AmericaOggi