BUENOS AIRES, 14 luglio 2010 – Poche ore ancora, un giorno al massimo, e probabilmente si conoscerà il futuro della panchina albiceleste. Dopo il rientro in patria dalla deludente missione sudafricana e il lungo silenzio, Maradona si riunirà con il presidente della federazione, Julio Grondona, in un faccia a faccia che, secondo la stampa locale, sarà decisivo. Presto si saprà se quell’unica, sconsolata frase carpita a Maradona davanti all’ingresso di casa sua appena dieci giorni fa (“basta, il mio ciclo è terminato, ho dato tutto”) era solo uno sfogo dettato dall’amarezza del momento o una decisione irremovibile. A meno di due settimane dalle convocazioni per l’amichevole dell’11 agosto contro l’Irlanda di Trapattoni, non resta molto tempo per fare chiarezza. Eccetto il diretto interessato, che con la sua indecisione sta tenendo sulle spine un Paese intero, in molti (tifosi, giornalisti, addetti ai lavori, idoli del passato, e perfino deputati e ministri) hanno voluto dire la loro sulla “telenovela Maradona”. Dalla villa-bunker del Trebol, alle porte di Buenos Aires, Maradona non ha fatto trapelare nulla, ma le ultime indiscrezioni riportate dal quotidiano Olé lo vorrebbero propenso a continuare almeno fino alla Coppa America del prossimo anno, che si disputerà proprio in Argentina.
sondaggi “pazzi” — A giudicare il bagno di folla festante che ha accolto il rientro della seleccion e i cori da stadio con cui la gente ha letteralmente pregato il proprio idolo di restare, non dovrebbero sorgere dubbi circa l’appoggio popolare di cui gode Maradona. Ma i vari sondaggi realizzati rivelano un panorama piuttosto indecifrabile. Secondo un’inchiesta dell’emittente televisiva Telefe, Maradona godrebbe dei favori di circa l’85% degli intervistati, mentre il sondaggio pubblicato da Clarin attribuisce la netta maggioranza ai suoi detrattori (il 70% degli interpellati sarebbe “sfavorevole” a una sua continuità). Ad ogni modo, è innegabile la sorta di mobilitazione collettiva che gli argentini stanno attuando nei confronti del “dios” nazionale. L’invito alla Casa Rosada a Maradona e ai giocatori da parte della presidente Cristina Kirchner e la proposta di legge (poi respinta) per far erigere un monumento all‘ex Pibe de Oro nel centro di Buenos Aires servono a dare una dimensione di quanto la vicenda sia presa sul serio.
braccio di ferro — La resa dei conti avverrà in un faccia a faccia tra Maradona e Grondona che, secondo quanto sostengono Olé e La Nacion, potrebbe tradursi in vero e proprio braccio di ferro. Prima di lasciare il Sudafrica per fare ritorno in patria, Grondona ha dichiarato che “Maradona è l’unico argentino che può permettersi di fare ciò che vuole”, rimettendo ogni decisione alla libera iniziativa del diretto interessato. Stesse dichiarazioni sono arrivate dal portavoce dell’AFA, Cherquis Bialo, e dal braccio destro di Grondona, Noray Nakis. Ma l’inerzia dell’AFA potrebbe rivelarsi esclusivamente una strategia per spingere Maradona a esporsi e, di conseguenza, valutare la sua disponibilità a scendere a patti.
rilanci — Secondo quanto sostiene Olé (che cita fonti anonime), nel caso in cui Maradona decidesse di continuare come c.t. non accetterebbe condizioni e, ancor meno, eventuali tagli al suo staff. Tutt’altro. La sua volontà sarebbe quella di chiedere l’allontanamento di Bilardo e l’incorporazione dell’amico ed ex compagno Oscar Ruggeri, nemico acerrimo di Grondona che, invece, non solo non sarebbe disposto ad accettare tali condizioni ma avrebbe altresì intenzione d’imporre a Maradona una sorta di tutor capace di affiancarlo nella parte tattica, riformando gran parte dello staff tecnico attuale. La vicenda è delicata non solo perché c’è di mezzo Maradona e tutto ciò che la sua figura rappresenta, ma anche perché tra un anno l’Argentina ospiterà la Coppa America, e in quell’occasione non è ammesso un fallimento. Ancora poco, dunque, e la trama della telenovela assumerà senz’altro contorni più definiti.
Gazzetta.it