Gaza, Hamas vieta il narghilè alle donne

È il narghilè il nuovo nemico pubblico che Hamas vuole sconfiggere a Gaza. Di estate questo strumento conquista estese aree di presenza: in particolare sui litorali della Striscia, nei ristoranti e nei caffè che la gente affolla al calar del sole per godersi la brezza marina. Per completare la sensazione di benessere molti si concedono allora voluttuose boccate di narghilè. E a lanciare in cielo anelli di fumo sono non solo gli uomini, ma anche le donne: specialmente quelle che appartengono a clan familiari ritenuti “moderni”.

Sono immagini che i dirigenti di Hamas faticano ad accettare. «C’è una tradizione palestinese che va difesa» ha notato il portavoce del governo Taher a-Nunu. Contro i narghilè Hamas non ha proclamato finora un esplicito editto ufficiale. Ma agenti della buoncostume hanno fatto il giro dei caffè e dei piccoli locali aperti sui litorali per chiarire ai proprietari che d’ora in poi sarà loro dovere far sì che donne e minorenni non fumino più i narghilè in pubblico. Se proprio non possono rinunciare alle abitudini, che sbuffino nei loro apparecchi all’interno di locali ben chiusi: alberghi, ad esempio, o ristoranti recintati. Chi sgarra, hanno chiarito gli agenti, pagherà multe salate.

Un certo malumore serpeggia già e una Ong umanitaria locale ha subito fatto sentire le proprie rimostranze contro una misura che le appare «arbitraria ed ingiustificata». Le sigarette restano lecite, ma di recente Hamas ha provveduto ad aumentare le tasse su queste.

Non è solo questione di fumo. Le donne al mare non possono svestirsi, devono restare ben coperte. E poi occorre – sempre nel nome della tradizione – che siano accompagnate da un uomo, necessariamente un familiare. Che poi non pensino di raggiungere la spiaggia sul sedile posteriore di una motocicletta, perché anche questo risulta «disdicevole» ai funzionari di Ismail Haniyeh. Il suo esecutivo respinge le accuse secondo cui Hamas cercherebbe di imporre ai palestinesi di Gaza uno stile di vita rigidamente islamico, ma la realtà è proprio questa. Ora, ad esempio, viene punito chi sente musica per la strada. E anche il taglio dei capelli degli uomini deve rispettare i dettami islamici. Il mese scorso un campo estivo dell’Unrwa (l’ente delle Nazioni Unite per i profughi palestinesi) è stato devastato per la seconda volta da militanti integralisti perché ritenuto troppo “occidentale”. E giorni fa una bomba a mano è stata lanciata contro un edificio della associazione cristiana Ymca nel centro di Gaza. Non ci sono state vittime, ma il messaggio intimidatorio è chiaro.

IlSecoloXIX