Napolitano ricorda Borsellino 18 anni dopo la strage di via D’Amelio

Via D'Amelio dopo l'attentato a Borsellino e alla sua scortaMILANO – Sostenere le nuove indagini sulle stragi che sconvolsero l’Italia negli Anni Novanta è indispensabile. Lo scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato ad Agnese Borsellino. Il capo dello Stato ricorda il giudice Paolo, ucciso 18 anni fa a Palermo assieme ai cinque agenti della scorta. «Con armonia d’intenti e pieno spirito di collaborazione – sottolinea Napolitano – le istituzioni tutte debbono contribuire a fare piena luce su quegli episodi rispondendo così all’anelito di verità e giustizia che viene innanzitutto da chi, come lei e i suoi famigliari, è stato colpito negli affetti più cari, ma nello stesso tempo e più che mai dall’intero Paese».

«VERITÀ INGOMBRANTE SOLO PER CHI LA TEME» – Diciotto anni dopo la strage di via D’Amelio, in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, Palermo celebra con una serie di eventi la giornata del ricordo, celebrazioni ancora più significative dopo il danneggiamento di sabato, in via Libertà, delle statue in gesso di Falcone e Borsellino poste proprio in occasione di questo anniversario. Non senza polemiche in merito all’assenza, nel capoluogo siciliano, di rappresentanti del governo. Nel giorno del ricordo, il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, come il capo dello Stato, ha voluto far riferimento alle indagini in corso. «Che la strage di via D’Amelio non fu solo responsabilità della mafia lo sapevamo da anni. È un’intuizione vecchia. Ora il problema è trovare gli elementi processuali che accertino questa verità» ha detto Grasso, intervenuto alla cerimonia di commemorazione organizzata nella caserma della polizia Lungaro a Palermo. «La verità sulla strage di via D’Amelio – ha aggiunto – è ingombrante solo per chi la teme, per chi ha paura delle conseguenze di certe indagini. Certo non per chi la cerca». Commentando poi le dichiarazioni di alcuni magistrati che avevano rivolto un appello a chi sa la verità sulla strage e ha taciuto finora, Grasso ha detto: «Non è un problema di appelli. Combattiamo da sempre con l’omertà e, oramai, non è più soltanto un problema siciliano o meridionale. Noi – ha concluso – andiamo avanti grazie alle intercettazioni e anche grazie ai collaboratori di giustizia».

LE INIZIATIVE – In via D’Amelio ci sono molti bambini. All’indomani della marcia delle «Agende rosse», alla quale hanno preso parte poco meno di cento persone, l’associazione «19 luglio» ha organizzato infatti un presidio nel luogo dell’eccidio. Alle otto c’erano appena una decina di persone, ma poi, pian piano, la via si è popolata e ora, ad animare la strada con canti e balli, ci sono i bimbi dell’associazione Ubuntu, del centro salesiano Santa Chiara e ell’associazione Ragazzi di strada dello Zen. Aymen, otto anni, originario del Marocco spiega ai cronisti chi erano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: «Due eroi che salvavano tutta la città, poi un assassino li ha sparati». Sempre in mattinata, il presidente del Senato Renato Schifani ha reso omaggio alla memoria di Borsellino e dei cinque agenti di scorta assassinati visitando la caserma Lungaro di Palermo. Il capo del Senato ha deposto una corona di fiori all’interno del reparto scorte della caserma palermitana. «Il modo migliore per onorare Paolo Borsellino e quanti hanno sacrificato la vita per la difesa dello Stato è seguire ogni giorno il loro esempio» ha scritto il presidente del Senato nel messaggio inviato alla vedova del giudice Paolo Borsellino, signora Agnese.

I CORTEI – Alle 16.55, ora della strage, l’associazione «19 luglio» ha organizzato un minuto di silenzio, sempre in via D’Amelio. Quindi, due cortei attraverseranno la città. Uno, cui hanno aderito dodici associazioni nazionali e cittadine, tra le quali anche Libera, partirà alle 18 e arriverà all’albero Falcone, altro luogo simbolo di Palermo. Al corteo dovrebbe prendere parte l’esponente di Italia dei Valori Antonio Di Pietro. Alle 20,30, invece, Giovane Italia ha organizzato una fiaccolata, cui parteciperanno il presidente della Camera Gianfranco Fini, Maurizio Gasparri e il sindaco di Roma Gianni Alemanno. A Palermo non ci sarà invece nessun esponente del governo. Il ministro Ignazio La Russa ha partecipato a una commemorazione a Milano, mentre il ministro della Giustizia Angelino Alfano farà celebrare alle 18 una messa in suffragio, al ministero, per ricordare Paolo Borsellino.

ASSENZE E POLEMICHE – L’assenza del Guardasigilli a Palermo non è piaciuta all’Italia dei Valori. «L’inattesa comunicazione dell’assenza del tutto immotivata del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che non parteciperà alle celebrazioni per il 18simo anniversario della strage di via D’Amelio, è una gravissima mancanza di rispetto per il suo ruolo istituzionale, per le vittime e per i parenti» ha scritto in una nota il portavoce Idv, Leoluca Orlando. «Si vanno a chiudere in caserma, ma è qui che sono morte sei persone. L’assenza dello Stato in via D’Amelio è una cosa scandalosa» ha detto Rita Borsellino, eurodeputato e sorella del giudice antimafia. «Forse non vengono – ha aggiunto – per paura delle contestazioni, ma è loro dovere essere qui e affrontare eventuali critiche».

BERSANI – Polemiche a parte, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, ha voluto ricordare il giudice ucciso dalla mafia. «A diciotto anni dalla strage di via D’Amelio dobbiamo impegnarci perché non si affievoliscano nel Paese né la sete di verità e di giustizia, né la volontà di costruire una convivenza civile che possa fondarsi su una piena affermazione di legalità» ha spiegato il leader dei democratici.

Corriere.it