Afghanistan, la strage dei civili: Karzai chiede all’Isaf di indagare

Venerdì scorso sono morti almeno 52 civili, in gran parte donne e bambini, nel distretto di Sangin provincia meridionale di Helmand. Kabul ha denunciato queste morti come causate dalle Forza internazionale di assistenza alla sicurezza, Isaf, che ha replicato alle accuse definendole completamente infondate.

Ieri il presidente afghano, Hamid Karzai aveva chiesto alla forza Isaf e al Consiglio per la sicurezza nazionale di indagare sull’episodio. Secondo l’intelligence afghana alcuni razzi lanciati da Isaf sarebbero caduti sul villaggio di Rigi distruggendo alcune case e uccidendone gli occupanti che vi avevano cercato rifugio. Un’indagine congiunta Isaf e ministeri afghani della Difesa e dell’Interno sull’accaduto ha appurato che effettivamente lo scorso venerdì, a 10 chilometri a sud del villaggio di Rigi, è avvenuto uno scontro che ha visto coinvolti forze Isaf e dell’esercito afghano da un lato e insorti dall’altro. I Talebani hanno sparato con razzi Rpg e mitragliatrici. La risposta all’attacco da parte della forza congiunta, invece, è stata condotta con elicotteri e missili teleguidati. Tutti i lanci hanno raggiunto l’obiettivo e sono stati seguiti e registrati. Il rapporto è stato verificato e confermato da osservazioni sul terreno e da fonti di intelligence. Il tutto allora dovrebbe escludere l’incidente provocato da Isaf.

Da sempre i civili sono le principali vittime in un conflitto. In Afghanistan lo sono ancor di più. Generalmente i civili afgani muiono a causa di attacchi ribelli e per lo scoppio di ordigni. Spesso però, anche nell’ambito di operazioni militari condotte dalle forze della coalizione internazionali. Si tratta dei cosiddetti ‘danni collaterali’ come li definiscono i militari e che sono tipici di ogni guerra che però, nel conflitto afghano acquistano una veste ben diversa. Ogni episodio che vede l’uccisione di civili è da un lato, subito motivo di scontro tra governo e coalizione e dall’altro lato, crea un clima di intimidazione e una situazione di caos, sfruttata per scopi politici e propagandistici dai Talebani. Per Isaf e Governo di Kabul tutto questo si trasforma in motivo di perdita di immagine e di credibilità agli occhi della popolazione civile. Per questo motivo ancora una volta in Afghanistan è salita la tensione tra Kabul e le forze della coalizione internazionale per la morte di 52 civili. Civili che secondo Kabul erano morti a causa di quelli che i militari definiscono, ‘lanci fuori bersaglio’ da parte delle forze Isaf.

Nel mentre si discuteva su questo episodio, ieri altri 3 civili afghani sono morti e cinque sono rimasti feriti durante un scontro tra militari NATO e ribelli nell’area di Qala Noor distretto di Charkh, nella provincia centrale di Logar. Elicotteri della coalizione internazionale hanno aperto il fuoco in un’area abitata da civili. Errore umano o atto deliberato? Nessuno dirà mai che non si tratta di un incidente, almeno ufficialmente. Quello che è certo e che ogni volta che sono coinvolti i Talebani è un atto deliberato, mentre se è coinvolta Isaf è un incidente. Le milizie talebane ed i loro alleati sono responsabili del 61 percento delle vittime civili mentre le forze afghane e internazionali del 28 percento. Da uno studio approfondito condotto da esperti militari e civili si evince che la tattica dei Talebani è quella di condurre operazioni contro le forze governative e internazionali tendendo ad attirarle in zone dove il rischio di vittime civili è alto, in modo tale da provocare un maggior numero di vittime innocenti. Forse anche per questo motivo che, quello di trasferire definitivamente le responsabilità della sicurezza del Paese alle autorità di Kabul è ormai il solo pensiero dei Paesi della Coalizione internazionale impegnati in Afghanistan. Un passaggio che dovrebbe avvenire nel 2014. Per allora il ritiro delle forze Isaf sarà graduale e la data del luglio 2011, indicata dal presidente americano, Barack Obama sarà l’inizio di questo disimpegno.

Per il momento però, più che dalle prospettive di pace, la scena afghana è occupata da attentati e attacchi dei talebani contro i militari della coalizione. Ad oggi sono 400 i militari stranieri morti nel solo 2010 in Afghanistan. Dall’inizio dell’Operazione Enduring Freedom, nell’ottobre 2001, sono stati in tutto 1.968 i soldati stranieri caduti. Di questi 1.207 sono americani e 325 inglesi

Ferdinando Pelliccia