L’Unione africana ha già dispiegate nel Paese 6mila soldati per contrastare gli insorti, che vogliono cacciare il governo somalo.
MOGADISCIO – I miliziani integralisti somali di ‘al Shabaab’, legati ad al Qaeda, hanno promesso che annienteranno le forze militari che verranno inviate in rinforzo al contingente dell’Unione africana, Ua, Amisom, dispiegato a Mogadiscio. Inoltre hanno minacciato di colpire i Paesi che metteranno a disposizione i loro militari per il contingente.
Il proponimento è una conseguenza della decisione annunciata in questi giorni dall’Ua di inviare altri 4mila soldati in rinforzo ai 6mila peacekeepers ugandesi e burundesi già presenti dal 2007 nella capitale somala. Decisone adottata nel corso del 15esimo vertice dell’Ua tenutosi a Kampala in Uganda questa settimana. Gli al Shabaab di fatto hanno già messo in pratica la loro minaccia. Essi hanno rivendicato il duplice attentato compiuto lo scorso 11 luglio a Kampala, in cui hanno perso la vita 76 persone. Si è trattato della loro prima azione terroristica compiuta fuori dalla Somalia.
La situazione nel Paese del Corno d’Africa non è delle più rosee. Da settimane a Mogadiscio, ultimo baluardo governativo, si combatte casa per casa. Violenti scontri si registrano ogni giorno tra i ribelli islamici e le truppe del governo somalo, sostenute dal contingente ‘Amisom’ dell’Ua. Combattimenti che causano centinai di vittime. A farne le spese è in gran parte la popolazione civile. Dal primo di luglio ad oggi, nella capitale somala sono morte almeno 174 persone e circa 800 sono rimaste ferite. Un fatto questo, che pone il mese di luglio come il peggiore dall’inizio del 2010.
Dopo che hanno preso il controllo di tutto il sud della Somalia, larga parte del centro e centro ovest, e la quasi totalità di Mogadiscio ora gli integralisti stanno cercando di allargare la loro sfera di influenza. Finora il nord del Paese era rimasto fuori dallo scontro, ma da qualche settimana anche in quella parte della Somalia la situazione è tesa. Ad essere principalmente minacciata dai ribelli è la regione semiautonoma del Puntland. Alla luce di tutto questo a ragione, la decisione dell’Ua di inviare rinforzi in Somalia, è stata salutata con giubilo dal presidente del debole governo di transizione somalo, tfg, Sharif Sheikh Ahmed. Da tempo il capo di stato somalo chiedeva all’Ua di rinforzare l’Amisom che di fatto è l’unica garanzia di sopravvivenza del tfg. Al vertice di Kampala si è discusso anche dell’opportunità o meno di cambiare le regole d’ingaggio che ora consentono al contingente di pace africano solo di difendersi, ma non di attaccare.
Da tempo i militari del contingente Amisom chiedono di poter compiere almeno attacchi preventivi contro gli integralisti islamici. Essendo la missione dell’Ua sotto l’egida dell’ONU per adottare questa variazione l’Ua deve consultarsi anche con il Consiglio di Sicurezza del Palazzo di Vetro.
Ferdinando Pelliccia