Musica, U2: la recensione della tappa di Torino del ‘360° Tour’ | Video

Ogni passaggio degli U2 in Italia è un evento, ma lo show torinese lo è stato più di altri. Sarebbe stato “solo” un altro concerto, se non fosse successo tutto quello che è successo: Bono che si infortuna gravemente, mezzo tour che salta e la data del 6 agosto in Piemonte che si ritrova inaspettatamente ad essere la “prima” del ritorno, con tutte le domande del caso.
Una su tutte: come sta Bono? Bene, grazie. Il concerto ha dimostrato che il cantante è in buona forma, nonostante sia ancora di fatto convalescente (si dice debba fare 4 ore di fisioterapia al giorno, due prima e due dopo i concerti). Appena la band entra sul palco, verso le 9 e mezza, si fa un giro dell’anello perimetrale che sta sotto “The claw”, il gigantesco artiglio metallico che tutti già conoscono e che racchiude il palco. E’ appena terminata “Space oddity” di David Bowie, e la band sta suonando un’intro strumentale inedita, che la scaletta denomina “The return of the stingray guitar”. E’ chiaro che Bono vuole riprendersi il calore del pubblico, quasi a farsi dare forza. Visibilmente dimagrito, capello corto e soliti occhialoni, accenna qualche vocalizzo quasi a scaldare la voce. Inizia a cantare sul serio solo su “Beautiful day”, che parte poco dopo.

La voce sembra in buono stato anche quella – qualche cedimento all’inizio dello spettacolo c’è, ma a questo siamo abituati ormai da anni. Anzi più passano le canzoni, più cresce, mettendo a segno un acuto da brividi in “Miss Sarajevo”.
Bono è poco ciarliero, questa sera: ci mette un po’ a prendere la parola e a ringraziare il pubblico, a presentare la band, mentre lo schermo circolare mostra i sottotitoli – il discorso era preparato, ma va? La band fa il suo dovere, tiene in piedi lo show musicalmente, che invece spettacolarmente si tiene in piedi da solo.
Il canovaccio, inevitabilmente, è infatti quello già noto con una prima parte più diretta e una centrale più spettacolare. La scaletta, rispetto a quella dell’anno scorso, presenta qualche sorpresa, quella sì, in uno show così imponente che per motivi di produzione non permette grandi improvvisazionI. Scompaiono diverse canzoni di “No line on the horizon”, su tutte la magnifica “Unknown caller”, il punto più intenso dei concerti dell’anno scorso. Arrivano gli annunciati inediti: “North star” è una ballata acustica, eseguita a luci spente, con il prato che si trasforma in un cielo stellato di luci di accendini, telefonini e fotocamere. “The flowering rose of Glastonbury” – scritta per il festival inglese a cui la band avrebbe dovuto suonare – è un rock secco e diretto; da festival, appunto. Ma nulla per cui strapparsi i capelli, comunque….
Arrivano anche  “Miss Sarajevo” e “Hold me thrill me kiss me kill me” e un piccolo rimescolamento nella sequenza iniziale. I punti forti e quelli deboli del concerto rimangono anch’essi quelli già noti. Tra i primi l’accoppiata “Unforgettable fire”/”City of blinding lights”, in cui il megaschermo circolare scende come un cono sul palco, dominando la scena – prima era rimasto in alto, compresso, a rimandare immagini della band e qualche immagine di accompagnamento.   Mentre continua a convincere poco il momento “tamarro” su “I’ll go crazy if I don’t go crazy tonight”, con lo stadio trasformato in un’enorme discoteca. Cose che gli U2 fanno da anni, ma insomma non sono più i tempi del limone e di “Discotheque”, anche se Bono la accenna un paio di volte.
Il finale è una grande festa, con i momenti più emozionali: “One”,  “With or without you”, “Where the streets have no name” – con lo stadio che si accende di rosso – insomma, una bella sequenza di hit. Bono appare un po’ stanco, inevitabilmente: sembra faticare un po’ di più a correre qua e là quando lo fa, la voce che va giù su “With or without you”. Il fiato deve ancora venire, è una prima. Ma tutto sommato è stato un ritorno alla grande, considerando le premesse. Un concerto più intenso di quelli dell’anno scorso a Milano, forse proprio per tutte le aspettative che portava con sé. Ai fan toccherà – si fa per dire – andarseli a rivedere a Roma, l’8 ottobre: l’ultima data di questo tour europeo. A Bono toccherà un altro bel po’ di fisioterapia: continua così, che ti fa bene.

SETLIST

Intro: Space Oddity/The return of the stingray guitar
Beautiful Day
Magnificient
Get on your boots
Mysterious ways
I still haven’t found
North Star
The flowering rose of Glastonbury
Elevation
In a little while
Miss Sarajevo
Until the end of the world
Unforgettable fire
City of blinding lights
Vertigo
I’ll go crazy if I don’t go crazy tonight
Sunday bloody sunday
MLK
Walk on
One
Where the streets have no name

Encore
Hold me thrill me kiss me kill me
With or without you
Moment of surrender

Il video di parte della serata di Torino:

Rockol.it