
Si è trattato dunque di un fallito attentato l’esplosione verificatasi su una petroliera giapponese ‘M.Star’ nel Golfo Persico il 28 luglio scorso. A metterlo in atto sarebbero stati dei terroristi. A rivendicare la paternità sono state, nei giorni scorsi, le ‘Brigate di Abdullah Azzam’ un gruppo legato all’organizzazione terroristica di al Qaeda. Fin dal primo momento sono state tante le teorie formulate sulla causa del danneggiamento dell’imbarcazione nipponica. Dall’ipotesi di un onda anomala alla collisione con un’altra nave.
L’equipaggio della M.Star di proprietà della compagnia di trasporti giapponese ‘Mitsui Osk’ aveva riferito di un’esplosione avvenuta mentre la nave era in navigazione in acque internazionali tra Iran e Oman. Nella deflagrazione era rimasto leggermente ferito uno dei 31 membri dell’equipaggio, ma la nave non aveva riportato danni che avrebbero potuto provocare una perdita di petrolio. La superpetroliera trasportava un carico di 270mila tonnellate di greggio, circa 2,3 milioni di barili di petrolio. L’esplosione aveva provocato un’ammaccatura sul lato destro della nave, sopra la linea di galleggiamento. Immediatamente era stata avviata un indagine da parte degli Emirati Arabi Uniti, EAU. Indagine che ora ha rilevato che a bordo della petroliera, sono stati rinvenuti tracce di esplosivo artigianale. Un elemento questo che riporta in pole position la rivendicazione di un attentato suicida di un terrorista islamico. La dinamica però, andrebbe ancora del tutto stabilita. Potrebbe essere stato un uomo bomba fattosi saltare in aria a bordo della nave oppure un attacco kamikaze condotto da un’imbarcazione imbottita di esplosivo. Nella sua rivendicazione infatti, il gruppo terroristico dell’azione di un ipotetico attentatore suicida dandone anche il nome, Ayyub al-Taisha. Alla sigla delle ‘Brigate di Abdullah Azzam’ sono legate altre clamorose azioni terroristiche come le bombe esplose nel 2005 a Sharm el-Sheik che provocarono la morte di 70 persone tra cui 6 italiani.
La dinamica, qualunque sia, ricorda quella degli attacchi compiuti nel 2000 nel porto yemenita di Aden da un gruppo legato sempre ad al Qaida contro il cacciatorpediniere americano ‘Cole’ in cui morirono 17 marinai USA e, due anni dopo e sempre in acque yemenite, contro la petroliera francese ‘Limburg’. Per ora le autorità nipponiche si limitano a riferire che i residui di esplosivo rinvenuti sullo scafo della petroliera M.Star saranno da domenica prossima a disposizione delle autorità giapponese per essere analizzati. Solo dopo gli esami nei laboratori giapponesi, le autorità di Tokio saranno in grado di confermare o smentire il risultato dell’inchiesta condotta dall’EAU. A Tokyo è intanto diretto che la superpetroliera dopo che è stata riparata ed ha lasciato le acque dello Stretto di Hormuz. Attraverso lo stretto vi transita il 40 per cento delle forniture mondiali di idrocarburi ed è controllato da navi militari americane e di altri Paesi. L’organizzazione di Osama bin Laden aveva minacciato in passato attentato contro le navi che vi transitano. Un portavoce della V flotta americana di stanza nelle acque del Golfo ha Assicurato che le navi da guerra della coalizione e i partner regionali manterranno alta la vigilanza nella regione. Dopo il presunto attentato alla M.Star sono state intensificate le misure di sicurezza e aumentato il numero di pattugliamenti nello Stretto.
Ferdinando Pelliccia