PETROLIO – La British Petroleum, protagonista del catastrofico incidente della piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo Messico dello scorso aprile, ha confermato di avere rinunciato a concorrere nella gara per acquisire licenze di esplorazione di nuovi giacimenti petroliferi in Groenlandia.
L’ufficio del governo di Nuuk, capitale della Groenlandia, che si occupa di minerali e petrolio ha comunicato che i nomi delle aziende che avranno vinto la gara saranno annunciati nelle prossime settimane, ma è ormai confermata l’assenza del gigante petrolifero inglese.
BP ha sempre sviluppato politiche di ricerca molto aggressive verso nuove aree di sfruttamento per gli occidentali, come la Russia, l’Angola e il Mare Artico, ma sembrava essersi concentrata soprattutto sull’Alaska: tuttavia, anche relativamente a questa zona, vi sono voci di una possibile cessione delle aree di sfruttamento già acquisite a concorrenti come l’Apache, nella prospettiva di dover fare fronte al pagamento dei danni causati dall’incidente del Golfo del Messico, stimati in oltre 30 miliardi di dollari.
Apache, una grande azienda petrolifera nordamericana, ha infatti confermato lo scorso luglio il proprio interesse ad acquisire molte aree petrolifere della BP e giacimenti di gas naturale in Nord America ed Egitto.
L’incidente del Golfo del Messico, inoltre, ha comportato il blocco da parte del presidente Obama delle concessioni nell’Artico da lui autorizzate proprio poche settimane prima del disastro della Deepwater Horizon.
Andrea Bartoletti – Clarissa