CRONACA – Il treno della Circumvesuviana deragliato lo scorso 6 agosto a Napoli viaggiava a 69 km/h in un tratto ferroviario dove erano consentiti 20 km/h. È questo il dato che emerge dall’esame della scatola nera del treno Etr Metrostar coinvolto nell’incidente. Il deragliamento provocò la morte di settantunenne, Giuseppe Marotta e il ferimento di altre 58 persone. Una di queste, Carlo Cautiero, di 47 anni, è poi, morto 4 giorni dopo il deragliamento dopo essere stato dimesso dall’ospedale. L’esame della scatola nera è ancora parziale, ma quanto è emerso confermerebbe la tesi che a causare il deragliamento fu l’alta velocità del convoglio che da San Giorgio a Cremano era diretto al capoluogo campano.
Ora le indagini proseguiranno per accertare le responsabilità penali. Al momento nel registro degli indagati figurano il macchinista del treno e due dirigenti della Circumvesuviana: l’amministratore unico dell’azienda e il direttore tecnico. Le ipotesi di reato formulate dalla procura sono di disastro ferroviario e omicidio colposo. L’analisi dei tabulati telefonici ha anche reso evidente che le chiamate sul suo cellulare sarebbero state tutte effettuate o ricevute molti minuti prima lo schianto e subito dopo l’incidente. Quindi il macchinista al momento dell’impatto non era al telefono come avevano invece, indicato da alcuni testimoni.
Ferdinando Pelliccia