MIRABELLO – L’attesa di una reazione da Palazzo Chigi al discorso di Gianfranco Fini a Mirabello è per ora delusa. Avverte Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: ”Berlusconi non fa nessuna dichiarazione e se ci saranno le solite indiscrezioni di fantasia saranno smentite”.
La prima a reagire ai giudizi di Fini sulla fine del Pdl e la proposta di un patto di legislatura è la Lega, più volte critica nei confronti del leader di Futuro e libertà.
Dice Umberto Bossi: ”La situazione è difficile, perché è come se Fini avesse detto non voglio accordi con la Lega. Se Berlusconi dava retta a me, si andava a elezioni e non c’erano Fini né Casini, né la sinistra che scompariva”. Il leader del Carroccio indica come soluzione la via delle urne: ”Per Berlusconi la strada è molto stretta: se tutti i giorni deve andare a chiedere i voti a Fini e a Casini per far passare una legge, non dura molto”.
Anche il ministro leghista Roberto Maroni indica la soluzione delle elezioni anticipate: ”Se cade la maggioranza si va al voto e il Ministero dell’Interno è pronto a organizzare le elezioni in pochi giorni. Mi pare evidente che sia rinata Alleanza nazionale, un partito che assicura gli interessi del sud piu’ che quelli della Padania che per Fini non esiste ma per noi esiste”.
Non è piaciuto a Ignazio La Russa, sentitosi tirato in ballo, il giudizio di Fini sugli ex colonnelli di An che hanno cambiato generale e potrebbero tornare a cambiarlo: ”I colonnelli hanno cambiato generale perche’ il generale ha cambiato bandiera. Abbiamo assistito al tentativo di mettere in mano il cerino a Berlusconi”. Aggiunge il ministro della Difesa: ”Non c’è stata né la marcia indietro sui gruppi autonomi, né la volontà di fondare un partito ma neanche nessun ritorno. Evidentemente Fini naviga a vista, conteranno i comportamenti in Parlamento”.
Sferzante il commento di un altro ex colonnello, Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, che ripropone la polemica sulla casa di Montecarlo che fu di proprietà di An: ”L’etica prima di essere citata va praticata rispondendo ai giornali. Su alcuni temi molto delicati deve dare risposte. Ha proposto un codice etico. Noi siamo coerenti sui contenuti e abbiamo un progetto politico, quello di un grande partito di centrodestra. Lui lo ha abbandonato da tempo, con continue giravolte. E comunque meglio i colonnelli che i cognati”.
Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, torna a porre la questione del ruolo istituzionale di Fini: ”Verificheremo sui cinque punti programmatici se c’è una maggioranza, ma intanto Fini dovrà riflettere sulla congruita’ di essere leader di una formazione politica con il suo ruolo di presidente della Camera”.
Il problema lo pone anche l’onorevole Giorgio Stracquadanio, Pdl, tra i ghosthwriter di Berlusconi: ”Con questo discorso Fini fonda di fatto un nuovo partito. E’ evidente che la coerenza e il rispetto delle istituzioni che Fini esige dagli altri dovrebbero portarlo alle dimissioni da presidente della Camera, incarico a cui è stato eletto in tutt’altro contesto politico”.
Dall’opposizione il giudizio politico concorda sul fatto che ormai è palese la crisi della maggioranza, da qui la richiesta che Berlusconi si presenti al più presto in Parlamento. ”A un patto di legislatura non ci crede neanche Fini. Ha dichiarato la fine del Pdl certificando la crisi politica del centrodestra. In questi giorni assisteremo al gioco del cerino, ma la crisi politica è conclamata”, dichiara Pierluigi Bersani. Per il segretario del Pd, ”Fini resta un interlocutore per le regole del gioco: ha detto delle cose che interessano il nuovo Ulivo. Ad esempio, sulla legge elettorale che va cambiata”.
Anche Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, invita Berlusconi ad andare in Parlamento: ”Una fase si è chiusa. L’Italia ha bisogno di una svolta e di una responsabilità nazionale ampia. Faccia appello anche all’opposizione, a partire dal Pd, perché nelle opposizioni non tutti sono sfascisti. La situazione del paese è drammatica e non si può far finta che sia diversa da quella che è”.
Francesco Rutelli, leader dell’Api, giudica ”largamente condivisibile nel merito” l’intervento del presidente della Camera. E precisa: ”Fini resta in maggioranza, noi all’opposizione. Ma certamente oggi il nuovo polo centrista è più vicino”.
”Fini è uno e trino: vuol fare il capo dell’opposizione, ma vuole restare al governo. Se è vero come è vero che Berlusconi è un ricattatore e addirittura compra il consenso della maggioranza, allora perché resta?”, dice Antonio Di Pietro, Idv.
Per Claudio Fava, Sinistra e libertà: ”Il Pdl non esiste più, Fini resta a destra come era comprensibile. L’attuale Parlamento è sempre più ingovernabile. Il voto adesso sarebbe un atto di verità e di decenza politica”.
Fonte: Asca
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