POLITICA / Fli, dopo il discorso del presidente della Camera a Mirabello il “Giornale” e “Libero” scrivono: “Le infamie di Fini” e “il grande ipocrita”

POLITICA – Il discorso di Gianfranco Fini a Mirabello e’ al centro del dibattito per il destino della legislatura. Il giorno dopo lo ‘strappo di Mirabello’, i quotidiani di centrodestra non risparmiano critiche all’indirizzo del presidente della Camera. ‘Le infamie di Fini’, titola ‘il Giornale’, che nell’editoriale firmato da Alessandro Sallusti scrive che il discorso di Fini alla kermesse di Futuro e Liberta’ ”lascia le cose come stanno. Nel senso che adesso sono chiari e ufficiali i motivi della rottura”.

Per il quotidiano di via Negri, infatti, il presidente della Camera, ”dice alcune cose e il loro contrario. E tace su molto, troppo per essere credibile”. E ”la politica non centra. Sempicemente Fini odia il Pdl, odia Silvio Berlusconi, odia Bossi, odia Tremonti e i suoi tagli orizzontali, disprezza i suoi ex colonnelli che non l’hanno seguito”, e ”odia anche ”i giornali ‘fogli d’ordine infami’, che hanno sollevato la questione della casa di Montecarlo e degli appalti Rai ai suoi familiari”.

Cosi’ Fini ”ha detto che il Popolo della Liberta’ non c’e’ piu’. Ma non ha annunciato la creazione di un nuovo, suo partito. E’ un po’ da infami -rimarca il ‘Giornale’- rimanere con chi ti fa schifo per opportunismo contingente, per non avere il coraggio di andarsene e di affrontare le elezioni”. ”E l’ultima infamia di Fini -insiste Sallusti– e’ non aver detto che, coerentemente con la sua analisi, domani mattina si dimettera’ da presidente della Camera essendo diventato leader di uno schieramento politico ostile alla maggioranza che lo ha eletto in quella carica”. ‘Il grande ipocrita’, e’ il titolo scelto da ‘Libero’, che attacca: Fini ”propone un codice etico per i politici ma non dice neppure una parola sulla casa di Montecarlo e sui contratti dei Tulliani in Rai. L’unica difesa e’ darci degli infami. Dichiara morto il Pdl e attacca Silvio Berlusconi ma resta al caldo nella maggioranza. Fonda un partito ma non ha il coraggio di dirlo chiaramente e scappa dal voto”.

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