ALLUVIONE ATRANI – E’ accaduto di nuovo. Una colata di fango si è abbattuta su un centro abitato. Questa volta è toccato ad Atrani, un piccolo comune della costiera Amalfitana in Campania. Una tragedia che ricorda quella di Sarno. La procura di Salerno ha già aperto un fascicolo per disastro ambientale colposo. L’inchiesta è stata affidata al pm Francesco Santoro che ha già effettuato un sopralluogo con le forze dell’ordine.
La tragedia si è ripetuta giovedì sera quando a causa delle forti piogge il fiume Dragone è esondato dando origine ad una violenta alluvione. L’acqua mista a fango e detriti si è riversata a valle. Si è trattato di una vera e propria colata di fango e detriti che si è abbattuta sul centro abitato e forse ha causato anche una vittima. Risulta infatti, dispersa una venticinquenne, Francesca Mansi di Minori (SA). Proseguono senza sosta le sue ricerche. La ragazza era da poco rientrata dalla Spagna e lavorava come barista ad Atrani nel bar ‘La risacca’. La colata di fango non ha lasciato scampo a niente e nessuno, nemmeno a lei.
Dopo aver invaso le vie del piccolo centro ha trascinato con se fino al mare tutto quello che ha incontrato sul suo cammino. Decine di auto e moto, arredi urbani e quanto altro era sulla strada sono stati spazzati via. In pochi minuti la spiaggia è scomparsa per fare spazio a quello che sembrava una discarica a cielo aperto. Nel frattempo, Francesca Mansi sembra sparita nel nulla. Da ore decine di squadre sono impegnate nella sua ricerca anche con l’ausilio di gommoni e motovedette che stanno perlustrando lo specchio d’acqua antistante la spiaggia di Atrani. Purtroppo a causa dell’acqua ancora torbida è impossibile scandagliare il fondale. Nelle ricerche è impegnata anche un’unità cinofila della polizia.
Ancora una volta gli ‘eroi’ sono i vigili del fuoco che da oltre 24 ore stanno lavorando senza pause. “Noi la speranza non la perdiamo mai, qualunque sia l’entità di una catastrofe. Per questo motivo noi crediamo ancora che Francesca possa essere in vita”, ha affermato un vigile del fuoco che poi ha aggiunto: “Noi quando lavoriamo, anche quando tutto sembra non lasciare spazio alla speranza di ritrovare ancora vivo un essere umano, noi pensiamo sempre che un miracolo possa salvare un disperso, un uomo o una donna finiti sotto le macerie”.
Parole che riportano alla mente un recente episodio che ha visto i vigili del fuoco protagonisti, il crollo di via Calvanese ad Afragola. Allora tutti ormai erano rassegnati a tirare da sotto le macerie del palazzo crollato 4 corpi ed invece, alla fine venne salvata la piccola Imma di 10 anni, che era sopravvissuta per oltre 13 ore sotto le macerie. Nemmeno ad Atrani la fiamma della speranza si è spenta. Anche il sindaco di Atrani, Nicola Carrano non ha perso la speranza di trovare viva Francesca. Un escavatore intanto, per tutto il giorno ha mosso la terra accumulata sulla spiaggia portata a valle dall’alluvione nella speranza di trovare il corpo della ragazza. Nel frattempo, piazza Umberto I in cui si trova anche il bar dove lavorava la ragazza è stata ripulita. Per tutto il giorno si è lavorato per svuotarla dal fango e detriti.
Difficile stabilire se questa ennesima tragedia fosse prevedibile. Di certo la fatalità ha avuto un peso considerevole. Appena un mese fa erano stati effettuati controlli nell’alveo cittadino di Atrani da parte dei sommozzatori dei carabinieri di Napoli. Non erano state individuate ostruzioni. E proprio la mattina prima della tragica sera una task force composta dai consiglieri comunali, Palumbo e Di Chiara, dal comandante della polizia municipale, Cavaliere, da un ingegnere e da un geologo avevano effettuato un sopralluogo lungo tutto il fiume Dragone, da Atrani fino al comune di Scala. Un’ispezione eseguita per ottenere nuovi finanziamenti e poter mettere in atto altri lavori di messa in sicurezza sia a monte sia a valle del fiume.
Nel frattempo però, è avvenuta la tragedia. Il fiume Dragone non è infatti, nuovo a esondazioni. Nel 1986 c’era già stata una sua esondazione e anche in quell’occasione Atrani era stata investita da una colata di fango e anche allora si registrò una vittima. Sull’alluvione di Atrani è intervenuto il presidente di Legambiente Campania, Michele Buonomo: “siamo ancora una volta di fronte all’ennesima sciagura annunciata. Era noto a tutti che quella zona fosse fortemente a rischio, ma come sempre si è fatto poco e male per prevenire il disastro”. Buonomo ha ricordato che: “negli ultimi decenni nella costiera amalfitana si susseguono smottamenti ed esondazioni ed evidentemente la manutenzione e la messa in sicurezza di questo delicato gioiello italiano sono andati poco oltre alle parole e alle promesse”.
“Il pericolo però, non si limita alla costiera amalfitana. I comuni campani in cui sono presenti aree ad alto rischio idrogeologico sono 474, l’86 per cento del totale, di cui 193 a rischio frana, 67 a rischio alluvione e 214 comuni esposti a pericolo sia di frane che di alluvioni”, ha sottolineato il presidente di Legambiente. Sull’alluvione di Atrani e’ intervenuto anche l’assessore provinciale alla Protezione Civile, Antonio Fasolino, rilevando che: “grazie al sistema di monitoraggio ‘Emersa’ attivato sul nostro territorio, siamo riusciti ad individuare le risorse umane ed i mezzi disponibili per fronteggiare l’emergenza con tempestività”. Nel frattempo la Regione Campania ha fatto sapere che metterà a disposizione almeno 70 milioni di euro per la messa in sicurezza delle aree della Costiera Amalfitana a rischio idrogeologico. L’assessore regionale alla Protezione Civile, Edoardo Cosenza ha anticipato lo stanziamento anche da parte del Governo di 100 milioni di euro relativi al rischio idrogeologico, per la messa in sicurezza dell’intero territorio regionale.
Ferdinando Pelliccia