ALLUVIONI / Africa, emergenza sfollati ed epidemie: oltre cento morti e 1 milione di senzatett

ALLUVIONI – Continua l’emergenza alluvioni che stanno devastando diverse aree dell’Africa. Sono almeno 20 i Paesi africani colpiti dalle piogge che da luglio si stanno abbattendo copiose sui loro territori. I morti accertati sono un centinaio mentre i senzatetto sono almeno 1 milione. A questo dramma si aggiunge poi, il timore della diffusione di epidemie in alcuni Paesi che avrebbero una conseguenza letale su una popolazione denutrita e priva di assistenza adeguata.

Fra le tante appare critica la situazione in Ciad dove a causa delle piogge torrenziali 145 mila persone hanno assunto lo status di sfollati e le coltivazioni hanno subito pesanti danni. La calamità abbattutasi sul Paese di fatto ha ulteriormente aggravato la sua già carente filiera alimentare specie nelle zone dove i raccolti agricoli sono andati completamente distrutti. Come si suol dire: “Piove sul Bagnato”. In questi giorni l’Ufficio di coordinamento dell’ONU per le questioni umanitarie, Ocha, nel Ciad ha fatto il punto sulla drammatica situazione in cui vessa il Paese africano. Una situazione finora poco conosciuta, e che sta esplodendo in tutto la sua gravità e non solo nel Ciad, ma anche in tutto il territorio del Sahel e centroafrica. Non siamo ai livelli del Pakistan, ma comunque è allarmante che in un area dove le popolazioni vivono già al limite della sopravvivenza ora si ritrovino anche senza un tetto sulla testa dove ripararsi e rifugiarsi. Secondo le stime ONU dei quasi 145 mila sfollati ciadiani 69.800 sono rimasti senza un tetto. Nel solo Ciad le case distrutte dal cattivo tempo sono state 7.500, mentre gli ettari di terreno coltivato andati persi sono stati 31.576. Le inondazioni hanno interessato le regioni ciadiane di: Tibesti, nel nord-est del Paese, la più colpita, Borko, nord, Qaddai, est, Ennedi, nord-est, Guera, centro-sud, Kanem, ovest, Ouaddai, est, Sila e Salamat, est, Moyen Chari e Lagone orientale, sud Tandjile e Mako Kebi Est, sud-ovest.

Gli aiuti si stanno muovendo, ma è poca cosa rispetto alle necessità. Per il Ciad il Programma dell’ONU per lo sviluppo ha stanziato 100mila dollari di aiuti. Una Ong irlandese, ‘Concern Worldwide’, ha inviato 56mila euro, mentre la Federazione internazionale della Croce Rossa spera di poter raccogliere 3 milioni di dollari. La mobilitazione però, riguarda tutta l’area. Nel frattempo cresce la paura per l’insorgere di epidemie. Alcuni focolai si sono già sviluppati in alcune regioni del Ciad. Una situazione sanitaria che si va ad affiancare a quella già precaria nelle regioni occidentali e meridionali. Regioni in cui lo scorso giugno è scoppiata un’epidemia di colera.

Secondo i dati forniti dalle autorità sanitarie ciadiane i casi scoperti sono stati 600 mentre le vittime sono state 41. Di questi 378 casi con 26 decessi sono stati individuati nella regione del Lago Ciad, ovest, 203 casi con 11 decessi a Gounougaya, sud, e 18 casi con 4 decessi a Fianga, sud. Il sottosegretario alla Sanità, Mahamat Mamadou Addy ha spiegato che in tutto il territorio nazionale e in particolare nelle aree interessate dalle inondazioni è stata aumentata la vigilanza. Un piano nazionale anti-colera su scala regionale è già in atto nel Ciad dopo che sono stati segnalati casi di colera anche nel confinante Camerun dove già a maggio un’epidemia di colera aveva provocato circa 300 morti e in Nigeria. Allo scopo di monitorare le aree a rischio le autorità mediche del Niger hanno promosso una missione medica transfrontaliera con Ciad, nord Nigeria e Camerun per rinforzare la vigilanza e limitare la diffusione di epidemie con azioni mirate. Ad inizio settembre questa missione medica congiunta è stata varata. Il suo primo compito intervenire nella regione di Diffa, all’estremità orientale del Paese Niger al confine con il Ciad e la Nigeria dove, nel corso dell’ultima settimana, sono già stati rivelati 12 casi sospetti di gastroenterite. L’Ufficio dell’Ocha di Niamey teme che scoppi un’epidemia anche nella città del Lac, distretto di Bol in Ciad. Si sono già manifestati 99 i casi di gastroenterite severa tipica del colera, che hanno causato anche tre morti a Kiskra e Kiskawa. Mentre nei quattro Stati del nord est della Nigeria sono 4119 i casi di colera scoperti e che hanno causato almeno 217 decessi.

Il nord del Camerun invece, conta 236 decessi su 3036 casi dichiarati. Sempre secondo l’agenzia ONU a Niamey, l’epidemia sembra al momento sotto controllo con un solo nuovo caso registrato nelle ultime settimane. Questo consentirà la riapertura di alcuni mercati rionali e la distribuzione dei viveri sarà ripristinata. Inizialmente erano stati sospesi per limitare la propagazione della malattia.

Ferdinando Pelliccia