LIBIA SPARA SU PESCHERECCIO ITALIANO / Mazara, colpi di mitraglia contro imbarcazione “Ariete”: equipaggio illeso

LIBIA SPARA SU PESCHERECCIO ITALIANO – Un motopesca della flotta di Mazara del Vallo, l’ «Ariete», è stato raggiunto da alcuni colpi di mitraglia sparati da una motovedetta libica che gli aveva intimato di fermarsi.

La sparatoria, avvenuta ieri sera a largo delle coste libiche, non ha avuto conseguenze sull’equipaggio, che è riuscito ad evitare l’abbordaggio e ad allontanarsi. Il peschereccio ha proseguito la navigazione verso il porto di Lampedusa, dove è giunto stamani.

L’ «Ariete», iscritto al compartimento marittimo di Mazara del Vallo, è un peschereccio d’altura di 32 metri con dieci uomini d’equipaggio, al comando del capitano Gaspare Marrone. Secondo quanto ha riferito quest’ultimo via radio alla Guardia Costiera italiana, l’assalto sarebbe avvenuto a circa 30 miglia dalle coste libiche, al confine con la Tunisia, all’interno del Golfo della Sirte. Una zona che le autorità di Tripoli, nonostante le norme del diritto marittimo internazionale, continuano a considerare di propria esclusiva competenza. I colpi di mitraglia hanno sforacchiato la fiancata del motopesca e un gommone utilizzato come tender; nessuno dei componenti dell’equipaggio è rimasto ferito. La Guardia costiera ha avviato un’inchiesta per verificare l’accaduto e accertare fatti e responsabilità.

L’episodio però lascia spazio a diversi dubbi. Innanzitutto quello che a sparare possa essere stato una delle imbarcazioni donate dall’Italia alla Libia per il servizio di respingimento. «Era una motovedetta nuova – ha dichiarato il comandante Gaspare Marrone -, ed è verosimile che possa essere una di quelle donate dal nostro Paese. Inoltre – ha aggiunto – sul quella barca non erano istallate armi pesanti, ma una mitragliatrice Mg, con cui ci hanno sparato». L’altro dubbio sollevato dal comandante riguarda chi possa avere intimato l’alt al motopeschereccio. «Ci hanno intercettato verso le 18, e ci hanno seguiti per un paio d’ore – ha spiegato il comandante mazarese -. Poi qualcuno, che parlava l’italiano meglio di me, e non aveva nessuna inflessione straniera, ci ha urlato ’fermatevi, o questi vi sparanò. Che motivo aveva di dire ’questì? Piuttosto avrebbe detto ’fermatevi o vi spariamò. È davvero una cosa molto strana». Dopo l’attacco, che ha causato la perforazione della «zona morta» dello scafo e del gommone usato come tender, l’Ariete è tornato al porto di Lampedusa. «Per fortuna nessuno si è fatto male, e l’equipaggio sta bene – ha spiegato Gaspare Marrone, che in passato si è distinto più volte per aver salvato decine di migranti intercettati nel Canale di Sicilia -. Adesso riprenderemo il mare, e dopo altri cinque giorni di pesca – ha concluso – faremo ritorno a Mazara del Vallo».

Fonte: LaStampa