ITALIA-LIBIA / Gheddafi, il maggior azionista di Unicredit e gli affari nella nostra penisola

ITALIA-LIBIA – La Libia si sta comprando l’Italia. Mentre Gheddafi utilizza il palcoscenico romano per il suo teatrino, distraendo i giornalisti con le hostess convertite e le sparate sull’Islam, i libici penetrano nel nostro paese come un esercito invisibile. Se una settimana fa nella Capitale si diffondeva la notizia che una società libica sarebbe pronta a lanciare un’Opa sulla A.s. Roma, la Lega lancia ora l’allarme sulla presenza sempre più massiccia di Gheddafi in Unicredit. Oggi il Colonnello è primo azionista, detenendo il controllo del più del 7% di una delle principali banche italiane. Eppure sui tg si preferisce parlare delle hostess.

A tutto questo si aggiunge ora la denuncia di Legambiente su un affare che riguarda un piccolo paese laziale. Secondo l’associazione ambientalista, infatti, Gheddafi starebbe per fare investimenti considerevoli nel borgo di Antrodoco, in provincia di Rieti.

Poco più di un anno fa, nell’estate del G8 all’Aquila il Colonnello fece inaspettatamente visita al paese reatino di 2.800 abitanti. La cosa fece scalpore ma la delegazione libica comunicò che Gheddafi aveva deciso di “adottare” il paesino perché ne era rimasto colpito per la sua bellezza. Eppure per Legambiente sotto questa improvvisa paternalistica simpatia per un borgo sconosciuto a molti c’è dell’altro. Il dittatore libico, infatti, nei mesi successivi aveva spedito nel paesino ai piedi del Monte Giano l’ambasciatore libico, Hafed Gaddur, accompagnato dal generale dell’esercito a capo del cerimoniale, Muri El Mishari. Ebbene, proprio quest’ultimo ed il Colonnello sarebbero in società per sfruttare le fonti di acqua sorgiva presenti nella zona. Per ottenere l’assenso delle istituzioni locali, i libici starebbero per costruire un albergo di lusso con beauty farm e uno stabilimento per l’imbottigliamento dell’acqua minerale che darebbe lavoro ad alcune centinaia di persone.

“A poca distanza da Antrodoco ci sono le sorgenti del Peschiera, che forniscono acqua potabile di altissima qualità alla stragrande maggioranza dei romani”, spiega Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio. “Non vorremmo che l’operazione del colonnello Gheddafi ad Antrodoco prefigurasse un primo passo per una più ampia ‘conquista’ delle riserve idriche appenniniche”.

L’associazione ambientalista, insistendo sulla necessità di mantenere l’acqua come bene pubblico, si domanda quale sia l’interesse generale “tale da giustificare un’operazione del genere senza alcuna gara per la scelta del partner, con l’ipotesi di cessioni di importanti beni in comodato gratuito o attraverso la costituzione di un’apposita società mista”.

Paolo Ribichini