MINATORI INTRAPPOLATI / Cile, trivella vicino agli operai: liberi entro novembre

MINATORI INTRAPPOLATI – Procedono spedite le operazioni di soccorso per trarre in salvo i 33 minatori della miniera di San Josè, a Copiaco, 800 km a nord della capitale, bloccati a 700 metri di profondità dal 5 agosto scorso. Una miniera di proprietà della società ‘San Esteban’.

Oggi nel deserto cileno di Atacama si è esultato. La perforatrice T-130, quella usata per il cosiddetto ‘Piano B’, ha raggiunto quota 630 metri di profondità in una zona limitrofa a quella in cui si sono rifugiati i minatori. Una notizia che fa ben sperare, anche se con prudenza. Il foro deve essere ora allargato per consentire ai minatori di potervi passare e risalire in superficie. La perforatrice T-130 ora dovrà risalire in superficie per poi, effettuare una seconda perforazione. L’obiettivo è quello di allargare il ‘buco’ dai 30 centimetri attuali ai 60 e allo stesso tempo di rafforzarne le pareti. Una volta terminati questi lavori, i 33 potranno raggiungere, uno ad uno, la superficie tramite una sorta di ‘campana’. Ci vorranno però diverse settimane. Ad inizio settembre il coordinatore dei soccorsi, Miguel Fortt aveva dichiarato che il Governo si era tenuto largo con le previsioni, ipotizzando dicembre come mese per la risalita dei minatori, ma che crede sarà possibile farli tornare a casa in ottobre, o al massimo nella prima settimana di novembre. Parallelamente alla trivella del ‘piano B’ sta lavorando anche un’altra perforatrice, una Strata 950 che con un altro scavo è ormai a quota 320 metri di profondità. Dopo le due già in funzione, la trivellatrice-monster Strata 950 e la Schramm T-130, il 20 settembre prossimo dovrebbe entrare in funzione anche la terza macchina perforatrice giunta lo scorso 10 settembre alla miniera di San Josè. Si tratta della Rig 442, una gigantesca macchina perforatrice utilizzata per le perforazioni petrolifere. Attraverso le sonde continuano ad arrivare cibo, acqua e ossigeno. Dopo le difficoltà dei primi contatti con gli uomini, circa 17 giorni fa, sono migliorate anche le comunicazioni audiovisive con l’utilizzo di un sistema a fibra ottica che permette ai minatori di parlare con i familiari e con gli esperti incaricati del salvataggio. Questi sono accampati in superficie fin dal primo giorno del crollo. Il 5 settembre scorso hanno voluto ricordare con una cerimonia, nel corso della quale sono stati letti i nomi dei loro congiunti e piantata in terra una bandiera per ognuno di loro, il momento esatto dell’incidente. I minatori cileni hanno già scritto la storia della sopravvivenza sottoterra battendo il precedente record che era di 25 giorni e apparteneva a tre minatori cinesi di una miniera della provincia di Guizhou (sud-est), che per sopravvivere avevano bevuto dell’acqua dalla roccia e mangiato pezzi di carbone.

Ferdinando Pelliccia