SCIOPERO DEL CORRIERE DELLA SERA – Per due giorni il Corriere della Sera non è arrivato in edicola e il sito del giornale non è stato aggiornato: la causa è uno sciopero indetto dall’assemblea dei giornalisti.
All’origine di tutto c’è la lettera con cui il direttore, Ferruccio De Bortoli, lo scorso 30 settembre ha annunciato la necessità di cambiamenti radicali nel modo di intendere la professione di giornalista, spinta con decisione a evolversi dall’irrompere dei cosiddetti “nuovi mezzi di informazione” che si sono aggiunti – e in qualche caso hanno sostituito – la carta stampata.
Il Corriere possiede un’edizione online, certo, e recentemente è sbarcato su iPad e iPhone. Non si tratta però di una trasposizione dell’edizione cartacea, né vi è collaborazione tra chi crea contenuti per il Web e chi crea contenuti per la stampa. Anzi, secondo la lettera di De Bortoli, i secondi guardano ai primi con una certa sufficienza e anche con un certo sospetto.
Vecchi privilegi e un sistema creato quando l’informazione passava solo attraverso la stampa vanno aboliti se si vuole rendere un buon servizio: è questo quanto dice il direttore in sostanza, parlando di novità che vanno dall’assunzione di 10 giovani all’anno a una revisione dell’intero impianto di regole su cui si basa la professione di giornalista.
De Bortoli chiede innovazione e l’abbattimento di ogni muro esistente tra chi lavora per l’edizione cartacea e chi lavora per quella elettronica: il Corriere, nell’era attuale dell’informazione, deve muoversi in ogni ambito senza limiti artificiali sui mezzi né sui tempi.
Il Comitato di Redazione ha risposto alle affermazioni del direttore, disegnando un quadro un po’ diverso che parte dalla ristrutturazione interna, definita “pesante e senza avere a disposizione mezzi adeguati ai tempi” e spiega le iniziative intraprese – dai video-reportage ai contributi audio per le edizioni online e per iPad – come frutto di un lavoro compiuto “con spirito di sacrificio, senza alcun riconoscimento, nell’interesse del giornale, dell’informazione e del lettore”.
Il CdR vuole insomma che sia adeguatamente riconosciuto il lavoro fatto – e quello ancora da fare – per il Web e i mezzi alternativi e complementari alla carta anche dal punto di vista economico, laddove De Bortoli sembra dire che occorre lavorare di più, ma non pare offrire le garazie necessarie sul riconoscimento di tale lavoro.
Sia l’una che l’altra parte concludono tuttavia i loro messaggi allo stesso modo: invocando un tavolo intorno al quale sedersi a discutere perché Internet, il Web e i dispositivi più recenti – iPad in testa – hanno cambiato per sempre il modo di fare informazione.
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