EMERGENZA RIFIUTI / Napoli, sindaci vesuviani scrivono al Papa e aspettano la visita del premier Berlusconi

Rosa Russo Iervolino, sindaco di Napoli

EMERGENZA RIFIUTI – Sono tante le strade che si stanno percorrendo per trovare una soluzione alla crisi nata dalla nuova emergenza rifiuti a Napoli. Tra le tante si sta valutando l’ampliamento delle discariche esistenti o dismesse. Mentre i sindaci dei quattro comuni del vesuviano, che sono contrari all’apertura di una seconda discarica a Terzigno nel napoletano, Gennaro Langella, Boscoreale, Agnese Borrelli, Boscotrecase, Domenico Auricchio, Terzigno, e Gennaro Cirillo, Trecase, hanno scritto al Papa.

Sono tutte ‘mosse’ attuate in attesa di una vera soluzione che dovrebbe giungere dal confronto avviato tra le istituzioni, sia sul fronte del tavolo tecnico con i comuni del vesuviano interessati e la Protezione civile, sia sul fronte romano delle decisioni di Presidenza del Consiglio dei ministri e sottosegretario all’Emergenza. Nel frattempo a Terzigno quella trascorsa è stata una notte relativamente tranquilla. Da giorni la popolazione manifesta perché si oppone all’apertura di una seconda discarica all’interno del Parco nazionale del Vesuvio. Una protesta sfociata anche in scontri con le forze dell’ordine e raid contro gli auto compattatori. Stanotte non si sono registrati scontri nè raid lungo la strada che conduce alla discarica nell’ex cava Sari. Oltre 100 camion hanno scaricato il loro carico. In verità è da venerdì scorso che non si registrano nuovi episodi di violenza. I blocchi stradali ci sono ancora, ma non hanno causato problemi. I manifestanti si sono limitati a rovesciare masserizie e cassonetti lungo il percorso seguito dagli auto compattatori, che sono sempre scortati dalle forze dell’ordine, ma senza effettuare resistenze.

A far calare in parte la tensione è il fatto che la popolazione è in attesa della visita a Terzigno del premier Silvio Berlusconi. Una visita annunciata sia dal primo cittadino Domenico Auricchio sia dal presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro. Anche gli amministratori dei quattro comuni del vesuviano resisi artefici della protesta in corso sembrano essersi ‘ammorbiditi’. La notizia che hanno scritto al Papa lo conferma. Il gesto è stato compiuto attraverso l’Ordine francescano secolare di Boscotrecase. Nella missiva destinata al Pontefice si legge: “Nel giorno in cui la Chiesa celebra San Francesco d’Assisi questa comunità avverte il bisogno filiale di rivolgersi ad ella per esprimere il disagio delle popolazioni di fronte allo scempio ambientale rappresentato dalle discariche nel parco nazionale del Vesuvio. Il nostro territorio aveva trovato una opportunità di riscatto basata sullo straordinario patrimonio ambientale e storico a disposizione. La decisione di collocare a ridosso di centri abitati centinaia di migliaia di rifiuti ha alterato gli equilibri dell’ecosistema vesuviano e reso insopportabile la permanenza in questi luoghi. Il Signore illumini le menti e il cuore di quanti si trovano ai vertici delle istituzioni. Siamo certi che ella farà altrettanto”.

L’idea di ampliare alcune delle discariche già esistenti o dismesse arriva invece, dalla Provincia di Napoli. Stamani l’ha fatto il presidente Luigi Cesaro nell’esporre la sua relazione sulla crisi rifiuti nel napoletano in consiglio provinciale. Cesaro ha anche riaffermato l’impegno dell’ente di piazza Matteotti a migliorare la qualità dei rifiuti conferiti e che a Terzigno venga sversato solo rifiuto biostabilizzato. Il presidente della provincia di Napoli è impegnato in una forte azione finalizzata alla realizzazione di una opportuna impiantistica, secondo un rigido cronoprogramma, che prevede anche una corretta gestione degli impianti post-mortem. In merito l’amministrazione provinciale ha istituito un tavolo tecnico permanente. Cesaro ha anche annunciato la realizzazione di 5 impianti di compostaggio, per tre dei quali, in accordo con i Comuni, è stata anche decisa la destinazione, ovvero Pomigliano d’Arco, Napoli Est ed Afragola. Nel mentre si discute della discarica i funzione a Terzigno nell’ex Sari e di una possibile apertura di una seconda nell’ex cava Vitiello emerge un altro raccapricciante fatto. A causa dell’incuria la discarica dismessa in località ex cava Ranieri, sempre a Terzigno, si è trasformata in un pericoloso lago di liquami maleodoranti colmo d’immondizia. La cava venne colmata di rifiuti nel 2000 per fronteggiare l’emergenza rifiuti in Campania. La denuncia giunge dal commissario straordinario dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli dopo che oggi è stato sul posto. Una denuncia che fa emergere anche una grave omissione. “Questo, che ora è un lago di spazzatura, ebbe nel 2007 un finanziamento per la bonifica da parte del ministero dell’Ambiente e della Provincia di Napoli”, ha spiegato Borrelli. I verdi hanno da qualche giorno intrapreso una ricognizione delle discariche sature da bonificare presenti nel Parco Nazionale del Vesuvio. Discariche per le quali in passato sono già stati stanziati fondi per la loro bonifica. L’invaso dell’ ex cava Ranieri, grande almeno 500 metri quadrati, dopo la saturazione fu provvisoriamente coperto da un telone in attesa della bonifica mai arrivata. Un telone che poi, a causa delle piogge ha ceduto trasformando il tutto in un lago artificiale di liquami maleodoranti colmo d’immondizia. “E’ una situazione inaccettabile dal punto di vista ambientale, da parte di chi aveva i soldi per procedere alla bonifica ambientale e che, invece, non l’ha fatta. E’ plausibile che ci possa anche essere una compromissione della falda acquifera”, ha spiegato Borrelli.

Ferdinando Pelliccia