
NINA SENICAR – «Provo un grande dispiacere e un forte senso di tristezza perchè noi serbi siamo impotenti di fronte alle violenze di ieri, messe in atto da pochi, ma capaci di condizionare il pensiero di molti sull’intero popolo serbo». Nina Senicar, modella e show girl serba, confida all’ADNKRONOS il suo stato d’animo dopo che ieri sera i disordini provocati dagli ultras serbi hanno portato alla sospensione della partita Italia-Serbia. «Sono pochi – dice – ma ci sono e io comprendo che tipo di dubbi facciano sorgere in chi vede mettere in atto comportamenti del genere. Noi serbi siamo visti già sotto una luce vaga, come un popolo di cui non si è ancora capito molto, sempre lì pronto a dividersi, a fare guerre, a fare casino. E uno non sa davvero cosa pensare di noi». «Così i fatti di ieri sera non fanno che peggiorare le cose e chi ci osserva – dice Nina – non riesce a vedere la realtà di un popolo che sta costruendo in modo solido il proprio Paese. Non riesce a vedere i giovani che da anni stanno lavorando tenacemente, che si impegnano con tutta l’anima. E questo per colpa degli atti selvaggi di pochi estremisti. Vedendo le scene di ieri sera non viene da pensare che la Serbia sia pronta ad entrare in Europa». E così sfumano «anni e anni di duro lavoro». «Io – racconta – sono andata via dalla Serbia nel 2004, appena finito il liceo e ho vissuto lì gli invivibili anni ’90 . Anni in cui c’era il delirio politico ed economico. L’inflazione era pazzesca. Per mesi, nel ’99, l’anno peggiore, siamo rimasti staccati dal resto del mondo. Non si andava a scuola, eravamo bombardati dalla mattina alla sera. Ora sono trascorsi 10 anni. Dieci anni in cui stiamo cercando di recuperare tutto, di andare avanti e di dimenticare. Per questo sono triste e dispiaciuta. Le idee sballate di quegli estremisti non aiutano il popolo serbo. Di fronte a loro vorrei esternare il mio grande perchè. Il mio appello è forte e chiaro: basta violenze e cadute di stile, non c’è più motivo». Al resto del mondo, all’Europa, all’Italia, Nina Senicar, chiede di «non guardare il popolo serbo attraverso i gesti selvaggi di pochi estremisti tifosi».
Fonte:leggo