SABRINA MISSERI IN CASERMA – L’hanno portata via incappucciata per evitare telecamere e giornalisti. Sabrina Misseri, la cugina 25enne di Sarah Scazzi, è stata condotta negli uffici dei carabinieri della Compagnia di Manduria per essere ascoltata come «persona informata dei fatti». A quanto pare, il suo interrogatorio era previsto da tempo. La novità, però, è che stavolta è assistita da un avvocato.
MICHELE MISSERI IN CASERMA – Poco dopo anche Michele Misseri, lo zio reo confesso dell’omicidio della nipote, è stato condotto nella caserma dei carabinieri. Non è escluso che gli inquirenti decidano di mettere a confronto padre e figlia.
SOPRALLUOGO – In precedenza, i carabinieri avevano effettuato un sopralluogo nella cantina-garage dove sarebbe avvenuto l’omicidio di Sarah: era presente anche Michele Misseri. L’uomo è stato prelevato all’alba dal carcere: era accompagnato dal suo legale, Daniele Galoppa, e dalla polizia penitenziaria. Non è escluso che gli inquirenti fossero alla ricerca dei vestiti di Sarah, che Misseri ha detto di aver bruciato. L’uomo ha poi lasciato l’abitazione intorno alle 11: alcune decine di persone che si trovavano in attesa hanno rincorso la macchina dove il presunto assassino era rinchiuso, gridandogli contro frasi offensive. Misseri è stato quindi condotto nei pressi del pozzo dove ha fatto ritrovare il cadavere della nipote lo scorso 7 ottobre per ulteriori accertamenti. Successivamente, è stato portato in caserma.
LA FAMIGLIA – Walter Biscotti, uno dei legali della famiglia Scazzi, ha rilasciato nel frattempo una dichiarazione laconica: «È una indagine delicata, attendiamo gli eventuali sviluppi delle indagini e l’esito degli eventi. Non facciamo commenti». Luciano Garofano, consulente della difesa della famiglia Scazzi ed ex-capo del Ris di Parma, sentito da Affaritaliani.it sembra escludere un coinvolgimento di Sabrina. « Mi sembra giusto che Sabrina sia ascoltata – ha dichiarato – sono sotto gli occhi di tutti le contraddizioni tra i vari racconti, quello del padre, di Sabrina e dell’amica Mariangela. È un atto necessario quello di sentire Sabrina». «A me sembra davvero difficile che sia coinvolta – ha aggiunto – soprattutto nell’omicidio. Ho sempre sostenuto che non credo abbia nascosto qualcosa. Il tutto per quello che io conosco, che è parziale. E se si fosse pensato a un coinvolgimento, gli inquirenti si sarebbero mossi in modo diverso».
Fonte: Corriere.it