CASO MEREDITH KERCHER – “Amanda Knox non è una ingenua come vuol far credere. La libertà la conquistera’ al termine dell’iter processuale se sarà in grado, come le auguriamo, di dimostrare la propria innocenza. Ad oggi, però, i fatti dicono che il lavoro della polizia giudiziaria e della magistratura inquirente ha trovato pieno accoglimento nella sentenza di condanna di primo grado che delinea, secondo le motivazioni dei giudici, un drammatico movente erotico, sessuale e violento che ha visto come protagonista la giovane americana, il suo fidanzatino pugliese e il ragazzo livoriano”. Lo afferma Massimo Montebove, consigliere nazionale del sindacato di polizia Sap. “Piuttosto – afferma Montebove – crediamo che per comprendere appieno la personalita’ della Knox e di Raffaele Sollecito sia utile ricordare tutti i tentativi di delegittimazione delle indagini posti in essere, la chiamata in causa di Patrick Lumumba che poi è risultato completamente estraneo alla vicenda, le omissioni sulla presenza nella casa di via delle Pergola che viene invece confermata dal dispositivo della sentenza di primo grado e le accuse alla polizia per le quali la giovane americana dovra’ adesso rispondere in tribunale”. “Possiamo dire che Amanda è una ingenua? Possiamo dire tutto, anche che si tratti di una vittima ma forse sarebbe utile che tutti ricordassimo che la vera vittima di questa terribile storia è una giovane ragazza inglese, Meredith Kercher, uccisa barbaramente. E chi ha sbagliato deve pagare. Senza sconti” conclude.
Ansa