JULIO CESAR SI ARRAMPICA SUGLI SPECCHI AL CHIAMBRETTI NIGHT / Il portiere dell’Inter poco convinto di quello che dice sulla questione Calciopoli, ribadisce però che vuole tenersi il tanto agognato “Scudetto di Cartone”

JULIO CESAR SI ARRAMPICA SUGLI SPECCHI AL CHIAMBRETTI NIGHT

“Da quello che ho sentito penso che la Juve abbia avuto qualche aiutino. Lo scudetto ce lo teniamo. Rispetto i giocatori e i tifosi della Juve, che sono simili a quelli del Flamengo però penso alle persone che sono all’Inter da più tempo di me e hanno lavorato duramente per vincere il campionato. Ci sono state persone, dietro, che hanno lavorato affinchè i miei compagni, come Toldo e Zanetti, non vincessero.
Il portiere ha parlato anche dei suoi allenatori: “Mou è uno che lavora molto sulla psicologia. Rafa invece insegna il calcio ai suoi giocatori. Lui è arrivato dopo Mourinho, è difficile per chiunque arrivare in una squadra che ha vinto tutto. Ho comunque fiducia in lui, sono sicuro che vinceremo ancora. Squadra spremuta? No, il gruppo è lo stesso, difficile ripetersi ma ci proveremo. L’anno scorso, quando mancavano dieci partite alla fine della stagione, andai da lui  dicendogli che non avrei fatto più errori. Lui mi rispose che se non andavo in panchina era solo perchè non c’era un altro portiere al mio livello. Allora mi sono caricato e gli ho detto che non avrei sbagliato più nulla”. L’allenatore cui Julio Cesar è più legato, però, è Roberto Mancini: “Tutto quello che mi sta accadendo – ha detto il portiere – lo devo a lui perchè mi ha dato una grossa mano. Cinque anni fa nessuno mi conosceva”.
“Balotelli? E’ un talento strepitoso, deve crescere tanto”. Julio Cesar, durante la registrazione del Chiambretti Night, ha parlato anche dell’attaccante ex Inter, ora in Premier League alla corte di Roberto Mancini. “Ha fatto bene il Manchester City a prenderlo. Mario è un personaggio. Sto benissimo qui”. Un cruccio però Julio Cesar lo conserva ancora: “Mi manca il mondiale, la voglia di vincerlo quest’anno era tanta. La vita però continua. Non mi va di cercare colpevoli”.

Matteo Fantozzi