Maradona e Cassano: genio e sregolatezza

MARADONA E CASSANO: GENIO E SREGOLATEZZA – Ribelli per natura, oppure per il gusto di andare controcorrente, o semplicemente schiavi di un vizio, spesso sotto forma di bottiglia. Da Garrincha a Skoglund, da Best a Gascoigne, passando per Edmundo, Zigoni, Bobo Vieri, Petrini, Vendrame ed il politicizzato Sollier, il mondo del pallone è sempre stato pieno di ribelli, di giocatori stravaganti di grande talento che non sono riusciti a brillare come avrebbero potuto visti i loro mezzi tecnici. C’è chi, come Diego Maradona che proprio oggi compie 50 anni, era talmente bravo da esserci riuscito comunque, nonostante la droga, le nottate in bianco e mille altre sregolatezze. Non fenomenale come l’ex capitano del Napoli ma comunque campione si è dimostrato Eric Cantona, ora avviato alla carriera di attore, capace di andare a colpire con un colpo di kung fu uno spettatore che lo stava insultando dagli spalti. Grande carriera, nonostante tutto, anche per Oliver Kahn, portiere che nella Germania non ha ancora trovato un erede all’altezza. Fama di ribelli hanno avuto anche Renato Portaluppi, troppo amante della vita notturna (così come Romario, che il permesso di andare nei locali se l’era fatto mettere nel contratto) per brillare come avrebbe dovuto, Christian Panucci, che ha litigato praticamente con tutti i suoi allenatori, il tedesco ex Fiorentina Stefan Effenberg, che doveva subire anche i ‘diktat’ della moglie, e Domenico Morfeo, talento purissimo mai sbocciato del tutto a causa di irrisolvibili problemi caratteriali. In Inghilterra è rimasto celebre il caso di Paul Merson, calciatore da sesso, droga e alcol, per la disperazione dei tifosi dell’Arsenal. Adesso lo stesso ruolo tocca a Craig Bellamy, il ‘nemicò di Mancini al Manchester City. Al giorno d’oggi sono d’attualità i casi di Adriano e dei due grandi esclusi di Lippi, ovvero Cassano e Balotelli, talenti puri con alle spalle storie di vita molto particolari che ne hanno influenzato il carattere. Lo stesso vale per quell’Anelka che ha fatto andare a rotoli l’ultimo Mondiale della Francia. Alla ricerca della maturità, ma sembra lontano dall’averla trovata, è anche il ‘Cassano brasilianò Neymar, definito dallo stesso Pelè il suo erede nel Santos. Non sarà certo, o ancora, O Rei ma è una gemma di quelle che nascono ogni due-tre decenni, ma se non cambia carattere rischia di sprecare tutto il suo talento. Prende a male parole l’allenatore che non gli fa battere un rigore (e poi non viene punito ma viene cacciato il tecnico, Dorival Junior), irride gli avversari in campo (perfino Ronaldo), litiga con i compagni, come anche ieri con Marcel durante l’allenamento. Per farlo rimanere in Brasile (stava per andare al Chelsea) è intervenuto il Presidente Lula, mentre il Ministro dello Sport Orlando Silva vuole farlo dichiarare ‘tesoro nazionalè (successe negli anni ’60 anche con Pelè) per impedirne, almeno fino al 2014, l’esportazione. Ma se continua così Neymar rischia di rovinarsi da solo, e di essere tutt’al più un altro Cassano o Balotelli

Fonte: Ansa

LE MIGLIORI QUOTE PER SCOMMETTERE E VINCERE, CLICCA QUI