Da Guzzanti a Maroni: ancora una volta il plauso a “Vieni Via con me”

FAZIO SAVIANO A VIENI VIA CON ME -“Vieni via con me” con l’accoppiata vincente Fazio- Saviano si delinea sempre più come un programma di grande sensibilità e umanità affrontando in maniera obiettiva argomenti di attualità, cronaca, politica e di società. Un format basato sul dialogo e il reading che invita a un momento di riflessione e che fa riaffiorare nella mente degli italiani, senza l’invasione delle immagini, ciò che la televisione e l’informazione propongono spesso in maniera superficiale.
Racconti e aneddoti in cui si narra la vita quotidiana delle persone. La trasmissione, andata in onda in prima serata, lunedì 22 novembre su Rai tre, ha ricordato il fenomeno delle ecomafie in Campania, sottolineando le incongruenze della gestione del Governo e le inutili distinzione tra nord e sud, la condizione delle donne attraverso la partecipazione di Emma Bonino, Vicepresidente del Senato, di Susanna Camusso, Segretario della Cgil e infine di Laura Morante e Fiorella Mannoia che ha centrato il tema della femminilità contemporanea con il brano “Sally” di Vasco Rossi. Polemico ma contenuto l’intervento di Corrado Guzzanti che non ha omesso di rimarcare con la sua solita satira pungente molte delle anomalie politiche.
Tra gli interventi quello dell’architetto Renzo Piano ma anche del Ministro Maroni con un elenco delle conquiste della lotta alla mafia. Struggente e commovente, la testimonianza della sorella di Stefano Cucchi, che ha descritto ciò che amava di più del fratello, morto in carcere a Roma. Il tema della condizione di un disabile e quella di un uomo sotto scorta: “Posso essere incline ad accettare la sofferenza ma non quella inflitta da un altro uomo”, sottolinea Saviano.
Imperdibile, lo scambio finale delle motivazioni tra i due conduttori sull’andare via o il restare in Italia. Spunti in cui la contraddizione si trasforma in una verità innegabile: “Resto qui perché devono andare via coloro che questo paese hanno rovinato”, “Vado via perché non voglio sapere più niente del delitto di Avetrana”, “Resto qui perché bisogna parlare di altro” oppure “Resto qui perché mi piace la Costituzione italiana”.

C.D