CROCIFISSO: ITALIA MI IMPONE SIMBOLO, CHIEDO ASILO A SVEZA – «Chiedo asilo politico al governo della Svezia per gravi discriminazioni e persecuzioni religiose-politiche di presunta matrice razzista cattolica-fascista contro la mia persona, da parte del governo italiano». È quanto si legge nella richiesta di asilo politico che lo scrittore, Ennio Montesi, ha inoltrato ieri, il 23 novembre 2010, a Fredrik Reinfeldt, primo ministro svedese, e a Ruth Jacoby, ambasciatore di Svezia a Roma.
Nel documento Montesi denuncia che «il simbolo religioso-politico e di morte del crocifisso della religione o setta Cristiano-cattolica è affisso sulle pareti interne di molti edifici preposti a strutture pubbliche appartenenti o in uso allo Stato Italiano. Di conseguenza il Governo Italiano mi impone di fatto, poiché non viene rimosso, tale simbolo dello Stato straniero teocratico dittatoriale del Vaticano».
La vicenda risale allo scorso settembre quando Montesi chiese la rimozione del crocifisso dall’ospedale di Jesi (AN) in cui era ricoverato, ma il simbolo rimase affisso nella sua camera. In ottobre presentò un esposto contro l’ospedale alla Procura di Ancona, al Tribunale per i Diritti del Malato e al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La domanda di asilo è stata inviata per conoscenza anche a Josè Manuel Durao Barroso, presidente della Commissione Europea, a Thorbjrn Jagland, segretario generale del Consiglio d’Europa, a Jean-Claude Trichet, presidente della Bce, e a Ban Ki-moon, segretario generale dell’Onu.
Fonte: Ansa